L’ inizio della demenza: è lì ma nessuno ancora lo sa

Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre 2019

L’ inizio della demenza è sempre oscuro. I segnali di una possibile malattia sono lì, ma vengono attribuiti alla vecchiaia che avanza, magari a un evento stressante accaduto in un tempo recente. In fondo i nostri genitori sono ancora mediamente attivi, sanno gestirsi, può capitare che si confondano o dimentichino alcune cose ma non ci sembra che sia davvero qualcosa di grave. Inoltre li sentiamo dire a volte “che si stanno dimenticando tutto” ma il fatto che ne abbiano la consapevolezza in fondo ci rassicura, così non indaghiamo su quanto effettivamente ci stanno dicendo. In questa fase, come molti anziani, anche il vostro genitore è ancora in grado di vivere da solo e a noi sembra che tutto vada bene. Sì certo c’è qualche episodio eclatante ma nelle nostre brevi visite non troviamo elementi che ci possano far pensare che la situazione stia precipitando.

All’ inizio della demenza per ogni episodio clamoroso di cui veniamo a conoscenza, ci sono mille piccole situazioni di cui non sapremo nulla se non ci decidiamo ad essere più vicini ai nostri anziani.

Le cose, grossomodo, funzionano così. All’inizio ci sono delle dimenticanze, uguali a quelle che possono colpire ognuno di noi. Un pentolino di latte dimenticato sul fuoco a chi non capita? Quando il numero di pentolini dimenticati aumenta il primo pensiero è che sta invecchiando, il secondo il gas. Si dimentica il primo e ci si concentra sul secondo. Così feci cambiare i vecchi fuochi della cucina con quelli più moderni dotati di valvola di sicurezza.
Casa salva, questione finita.

Tratto da “Io sono Nina – Storia di una demenza senile

Mi avete tolto la bicicletta

Per tutta la sua vita Nina ha usato la bicicletta. Vivendo in un piccolo centro, l’andare in bicicletta è sempre stato abbastanza sicuro. Quando poi furono realizzate le piste ciclabili, ci sentivamo più tranquilli, le usava e se doveva attraversare una strada trafficata preferiva scendere e passare sulle strisce pedonali. Quindi la bici non era un problema. Il reale problema è che il tempo passa, noi non teniamo conto – in fondo la vita è così, siamo pieni di impegni, abbiamo giustamente le nostre cose da fare – ci rimane in testa quel senso di sicurezza perché sappiamo che usa la ciclabile e passano i mesi, gli anni, finché ci si ritrova improvvisamente che qualcuno la porta a casa perché “improvvisamente” le gambe non sanno usare più la bici.

Sensibilità: questo grande esercizio a cui ci invitano i nostri vecchi

C’è solo una cosa certa in questa fase di inizio della demenza, bisogna essere delicati, pazienti. Non bisogna cedere alla frustrazione e quando questa emerge vestendosi di rabbia, bisogna fare un passo indietro. Se trovate le mutande accuratamente piegate nel cassetto delle posate, non dovete partire in quarta con rimproveri o accuse. E neppure dovete mettere a posto voi, magari sbuffando per l’idiozia di quell’azione. Coinvolgete il vostro genitore, parlategli con calma, soprattutto non aspettatevi che non accada più ed è quindi del tutto inutile che lo forziate a promesse, come quella di fare più attenzione, che non potrà mantenere.  Tenete presente che il vostro genitore si trova ancora in quella fase in cui, quando gli fate notare le sue azioni “pazze”, ha piena consapevolezza che qualcosa di oscuro sta accadendo in lui.

Ok, direte, faccio sempre così, gli parlo con tranquillità, non lo accuso mai di nulla, lo coinvolgo nel sistemare le cose, eppure a volte si arrabbia comunque.

Sì lo fa, perché ora che gliela avete fatta notare, anche ai suoi occhi quell’azione è altrettanto incomprensibile e assurda, anche lui non riesce a spiegarsi come sia potuto accadere, una cosa così non l’ha mai fatta in tutta la sua vita! Nel suo profondo avverte un senso di devastante umiliazione, come può essere stato così stupido? E poi siete stati proprio voi, sua figlia o figlio ad aver scoperto una cosa talmente assurda. Non c’è forse da provare un senso di vergogna per questo?

Ognuno reagisce a suo modo a questo mix di sentimenti e ad alcuni potrebbe provocare una reazione violenta di rabbia, o di accusa nei vostri confronti perché vi siete messi a ficcanasare nelle sue cose.

Così voi a vostra volta vi sentite frustrati, vi viene l’impulso di mollare tutto. In fondo ogni sera vi ritagliate cinque minuti per andare a trovarlo dopo il lavoro e non sempre è facile, perché dopo dovete correre a casa, magari passare anche al supermercato o in tintoria, siete sempre di corsa e appena gli fate notare una stranezza, invece di ringraziarvi vi urla contro? Si lo fa, e se non lo fa vi irrita lo stesso perché ha quel modo di minimizzare le cose come se nulla fosse davvero importante.

Le reazioni di una persona all’ inizio della demenza possono essere diverse ma un cosa resta vera, il vostro anziano genitore vi sta facendo fare esercizio di sensibilità. Perché d’ora in poi le sfumature contano.

Ma ce la fa a vivere da solo perché dovrei pensare alla badante?

Giusto, può ben essere che per il vostro genitore non sia ancora giunto il tempo di avere una badante a tempo pieno. Ma come ho scritto nel mio articolo E adesso che ho bisogno di una badante come posso fare” la necessità di passare da una situazione di parziale autonomia a quella di un aiuto continuativo può avvenire davvero in poco tempo. E quando dico “poco tempo” parlo di giorni, non di mesi.

Varrebbe quindi la pena di abituare il nostro anziano genitore ad avere qualcuno in casa cominciando con poche ore, magari solo come aiuto per le pulizie, o per accompagnarlo a fare delle passeggiate. In questo potrete almeno sperare di allievare il trauma di un’improvvisa necessità di una badante full time, evitando rifiuti e difficoltà di inserimento.

Lasciategli lo spazio di cui ha bisogno: l’indipendenza è da salvaguardare

E’ fondamentale non fare quelli che “lascia stare, faccio io che faccio prima” lasciando sotto intendere come  il nostro anziano genitore non sia più in grado di fare le cose che ha fatto per tutta una vita. Agire in questo modo – a volte lo si fa solo perché si è di fretta, senza davvero farci più di tanto attenzione – è come spingerli nei meandri più profondi della loro malattia e della disabilità prima del tempo. Bisogna lasciargli lo spazio che meritano. Non importa se ciò che fanno non è perfetto,

Ormai fuori dal nostro affanno ci chiedono in fondo poco tempo, ma che sia dedicato a loro. No, non ve lo chiederanno mai in maniera esplicita, ma spetta a noi cogliere i muti segnali che i nostri genitori ci inviano.

Ovviamente interviene anche una quesitone di carattere, in linea generale persone che sono state tranquille nella vita tenderanno a esserlo anche nella vecchiaia e nella malattia, così come quelle abituate a comandare conserveranno questo impulso anche quando le forze li tradiranno.

La sua dipendenza è cresciuta passo, passo, un incedere lento e costante scandito dai tempi della sua demenza più che dai suoi. Da figli solleciti abbiamo aumentato le ore di assistenza giornalie­ra in modo proporzionale al suo perdere la capa­cità di gestire il quotidiano. E lei, man mano che altri si prendevano carico delle sue necessità, si è ritirata in sé, indifferente a tutto. Almeno così ci parve in quel tempo.

Tratto da: Io sono Nina – Storia di una demenza senile

La cura di sé un segnale importante

Quando la capacità di gestire la propria igiene personale comincia a vacillare, quando una persona che usciva di casa sempre curata nell’abbigliamento inizia a vestirsi in modo disordinato, dobbiamo alzare le nostre antenne. Nina per tutta una vita ha usato la cipria e il rossetto quando doveva uscire, fosse anche solo per andare a fare la spesa, o andare al circolo degli anziani. Con l’avanzare degli anni e della malattia questa abitudine si è persa, ha iniziato a curare meno il suo aspetto e poco prima che fosse necessario inserire la badante succedeva che nel vestirsi “dimenticasse” la gonna.  Per fortuna che usava calze spesse che potevano sembrare dei fuseau, perché se ne usciva tranquillamente in terrazzo conciata in quel modo e molto spesso erano i vicini ad avvisarci. Ho scritto tra parantesi la parola “dimenticasse” perché era evidente che per lei non fosse una dimenticanza, semplicemente riteneva di essere vestita in modo adeguato, quella gonna che aveva utilizzato per tutta una vita era stata semplicemente cancellata dalla sua mente.

Se notate dei cambiamenti nella cura della propria persona da parte del vostro anziano genitore è tempo di essergli più vicino.

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