Chi paga la retta della casa di riposo per un anziano non autosufficiente: recedere da un impegno di pagamento

Ultimo aggiornamento: 11 Giugno 2021

Può sembrare strano chiedersi chi paga la retta della casa di riposo, ma qualche settimana fa una lettrice di Storiademenzasenile mi ha chiesto cosa fare con un impegno di pagamento che aveva sottoscritto e che non poteva onorare per difficoltà economiche. Non avendo esperienza in merito l’ho indirizzata a una associazione che si occupa degli anziani non autosufficienti. La domanda mi ha comunque incuriosito e ho spulciato la rete per capire di cosa si trattava. In questo articolo trovi delle indicazioni se hai questo problema e dei link a cui puoi fare riferimento.

Aggiornamento 2021

Nuova sentenza del tribunale di Firenze che afferma che “Le prestazioni al paziente affetto da Alzheimer e ricoverato in Rsa non sono a carico dei familiari ma del sistema sanitario nazionale”. 

Prima di inoltrarmi nella scrittura premetto che – quando ci sono le condizioni anche economiche per farlo – spetta a noi figli il dovere di assistere in tutti i modi i nostri anziani genitori anche con la retta della casa di riposo.

Detto questo ci troviamo in un tempo in cui molte famiglie possono avere seri problemi nel poter mantenere il proprio genitore malato cronico e non autosufficiente in una casa di riposo se la pensione, o gli averi, di quest’ultimo non sono sufficienti per pagare la retta.

Spesso, inoltre, ci si trova ad affrontare il problema di come assistere il proprio genitore anziano non autosufficiente in una situazione di emergenza, ad esempio dopo un ricovero ospedaliero e non di rado sollecitati dal reparto che vuole assolutamente dimetterlo. Questo articolo ti dà alcuni spunti e indicazioni, oltre ad altri riferimenti a cui ti puoi rivolgere.

Cosa puoi scaricare alla fine di questo articolo:  esempio di lettera per revoca impegno pagamento.

Cosa dovrebbe succedere dopo il ricovero ospedaliero

Il compito di un ospedale è di rispondere a una situazione acuta e una volta stabilizzate le condizioni del nostro anziano genitore malato cronico e non autosufficiente la tendenza più diffusa è di procedere con le dimissioni come se si fosse giunti a una “guarigione”.

Perché vedo questa pubblicità?

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Ma per questi anziani non c’è guarigione possibile e il reparto ospedaliero ha l’obbligo di prendersi carico della situazione attivando i servizi preposti al fine di garantire la continuità della cura, che non può essere affidata a chi non ne ha la competenza come nel caso dei familiari. Abbiamo già visto come si può fare opposizione alle dimissioni nel caso in cui le istituzioni, che hanno l’obbligo di prendersi carico della situazione socio-sanitaria dell’anziano non autosufficiente, non lo facciano.

In un mondo ideale, esaurita la fase acuta il reparto (ma lo possono fare anche i familiari) dovrebbe aprire un procedimento presso il Comune di residenza dell’anziano il quale, attraverso i servizi sociali, inizierà a gestire il caso del tuo genitore che versa in uno stato di malattia cronica e di non autosufficienza e quindi di necessità costante di assistenza medica. Verrà istituita una commissione per valutare il grado di non autosufficienza, il bisogno terapeutico, la capacità assistenziale di coloro che sono accanto all’anziano, alfine di elaborare un Piano di assistenza che può prevedere, a seconda dei casi, il ricovero in una struttura assistenziale, l’assistenza domiciliare, il centro diurno e così via.

Purtroppo se non si punta i piedi, e lo si può fare solo conoscendo i propri diritti, il reparto si limita alle dimissioni lasciando alle famiglie tutto il carico dell’assistenza del proprio genitore anziano malato di Alzheimer o affetto da demenza.

La quota sanitaria e la quota sociale della casa di riposo: chi paga la retta della casa di riposo

La retta della casa di riposo è suddivisa in una quota sanitaria (in genere il 50% della retta) interamente a carico del Sistema sanitario regionale e una quota sociale o alberghiera a carico dei Comuni con la compartecipazione del beneficiario in base al suo Isee.

Una volta avviato l’iter con i servizi sociali e stabilito che la soluzione per il vostro anziano genitore è la casa di riposo, verrà quasi sicuramente messo in una lista d’attesa e, a seconda dei casi, tale attesa può essere anche molto lunga.

Quando finalmente si libera un posto e si viene chiamati per ricoverare l’anziano gravemente non autosufficiente, non è infrequente, anzi sembra sia proprio una prassi, che per l’ingresso nella RSA (Residenza sanitaria assistenziale) ai familiari  venga richiesto di sottoscrivere delle impegnative di pagamento per la retta della casa di riposo se non delle vere e proprie fidejussioni.

Date le lunghe liste d’attesa, il timore di perdere il posto, il fatto che il ricovero deve avvenire entro brevissimo tempo dalla comunicazione della disponibilità, le famiglie si trovano in una situazione talmente frenetica che sottoscrivo l’impegno di pagamento della retta trovandosi di fatto a sopportarne i costi.

I parenti sono tenuti agli alimenti, nullità degli impegni di pagamento

L’art. 433 del codice civile ”Degli alimenti” indica i gradi di parentela obbligati a riconoscere gli alimenti. Quindi, come figli, siamo obbligati anche dalla legge a sostenere economicamente i nostri genitori. Ma la stessa legge dice che la richiesta degli alimenti può essere fatta solo da chi versa in stato di bisogno, ovvero i nostri genitori oppure, in caso di incapacità, dall’Amministratore di sostegno o tutore se sono stati nominati.

E’ dunque evidente che non ci può essere nessun soggetto terzo, come la casa di riposo, che possa imporre qualsiasi impegno di pagamento facendola magari passare come condizione all’accettazione del ricovero del nostro anziano genitore non autosufficiente. Ecco perché qualsiasi impegno fatto sottoscrivere dalle RSA è da considerarsi nullo.

Disabilità conseguenti a patologie cronico-degenerative

Nel caso poi di patologie mentali degenerative in stadio avanzato scompare la distinzione fra quota sanitaria e quota sociale poiché i malati si trovano in una situazione che richiede prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria e tali prestazioni sono interamente a carico del Servizio sanitario nazionale. Quindi a maggior ragione qualsiasi impegno di pagamento sottoscritto per la retta della casa di riposo non ha alcuna validità.

Fonte: Alzheimer e rette di ricovero. Cure sanitarie e costi a carico Asl. Tribunali di Verona e di Brescia

Come fare per recedere da un impegno di pagamento sottoscritto con la casa di riposo

Leggendo diversi articoli in rete per preparare questo post  si capisce che se avete firmato un impegno di pagamento o una fidejussione è opportuno recedere per non incorrere in ingiunzioni di pagamento. Il mio consiglio comunque è di non agire sulla base delle notizie lette su Internet, compreso questo articolo ma di farsi assistere da qualcuno competente in materia in modo di fare i passi giusti nel modo giusto.

Scarica ora l’esempio di una lettera per recesso impegno pagamento.

Articolo elaborato dalle seguenti fonti:

RSA pagamento quota alberghiera per invalido 100%
Rette RSA. Tribunale di Verona: nulle le impegnative al pagamento sottoscritte dai parenti
Rette Rsa. Il Tribunale di Firenze: nulle le impegnative di pagamento firmate dai parenti dei degenti
Rette Rsa: le impegnative di ricovero firmate dai parenti sono sempre revocabili. Sentenza Corte d’Appello Bologna
Retta Rsa: i parenti non sono costretti a pagare
Anni di rette non dovute: “Quei malati sono a carico dell’Ulss”

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21 risposte

  1. Claudia ha detto:

    Ho letto queste storie le trovo storie incredibili io oggi mi trovo nella stessa situazione di queste persone con mamma malata e una situazione famigliare che non mi permette nel prendermi cura della mamma mi sono dovuta rivolgere alla assistenza sociale mi auguro che vada tutto bene

  2. franca rossi ha detto:

    Ho letto i vari problemi di anziani con orribili storie di abbandono volontario o meno da parte di figli ma NON HO TROVATO IL MIO CASO.:
    IO SONO UNA ITALIANA DI 75 ANNI E SONO STATA IN ITALIA FINO AL 2003 POI MI SONO TRASFERITA IN INGHILTERRA DOVE PER I PRIMI 12 ANNI ERO ANCORA IN DECENTE SALUTE, E AVEVO TROVATO UNA CASA IN UNA DI QUELLE ASSOCIAZIONI PER PERSONE OLTRE I 55 ANNI (CHE CREDO A MILANO IN ITALIA NON ESISTANO) COMUNQUE ORA PURTROPPO DA 2 ANNI O 3 HO UN PROBLEMA ALLA SPINADORSALE PER OSTEOPOROSI E ARTRITE E VOLEVO RITORNARE NELL MIA CITTA’ DOVE HO VISSUTO E PAGATO I CONTRIBUTI PER 39 ANNI – AVEVO INIZUIATO A LAVORARE A 16 ANNI – QUINDI HO UNA PENSIONE INPS DI 1.100 EURO SOLTANTO.
    HO VISTO PER UN MOMNO O BILOCALE IN MILANO E GLI AFFITTI SONO IMPOSSIBILI E ANCHE LE SPESE CONDOMINIALI. (ANCHE SE MI SPOSTASSI IN UN PAESE PIU PICCOLO NON CAMBIA MOLTO E POI IO SONO NATA A mILANO, DOVE DALLA MIA PENSIONE L’IMPS SI PRENDE UN SACCO DI DETRAZIONI PER COSA? NON LO SO, COMUNQUE COSA POSSO FARE CON LA MIA PENSIONE, A MENO CHE TROVI UN APPARTAMENTO IN AFFIOTTO CHE SIA MASSIMO 800 SPESE INCLUSE, NON POTREI PERMETTRMI DI PIU ANCHE SE TIRO LA CINGHIA AL MASSIMO E POI COSA FACCIO? CI COME DEVO FARE? IO SONO SOLA, NON MI SONO MAI SPOSATA, DI CONSEGUENZA NON HO FIGLI MA SOLO 2 FIGLI DI MIA SORELLA CHE E MORTTA 2 ANNI FA E I SUOI FIGLI SE NE FREGANO E NON MI VOGLIONO NE OSPITARE NE DARMI UN AIUTO FINANZIARIO. E POSSIBILE QUESTO? COSA DEVO FARE? GRAZIE A CHI DEVO RIVOLGERMI A MILANO?

  3. Mirjam ha detto:

    salve vorrei dire che non capisco perché lo stato non interviene con quelle strutture obbligando di rispettare le leggi dovute da inserire nei formulari di accettazione e facile pretendere soldi e mettere in difficoltà la gente
    la stessa cosa x ospedali.
    oh mio compagno con parkinson stomia e problemi vescicale e sono sola
    quando oh chiesto assistenza vedo sempre una certa negatività. oh cambiato medico quale ah lasciato mio compagno con una infezione vie urinarie con batterio a casa visto lo stato difficile con multiple patologie e rifiuto di inviarmi una persona x aiutarmi x fortuna lo ricoverato di mia iniziativa
    il medico nuovo mi ah chiesto subito cosa avevo bissognio e sto valutando assieme a lui
    in ogni caso in ospedale ci sono I attrezzi che a casa non vi sono ed è vitale

    tutto questo gestito dai assistenti sociali mi sembra strano non possiedono la scienza di medicina come possono solo contestare ed essere sempre sospettosi
    davanti a malattie gravissime. che schifezza bissognia viverle x capire

  4. Anna ha detto:

    Buongiorno, come tanti ho anch’io un problema.
    Mio papa’ si trova da Marzo 2019 in una struttura chiamata Soc. Coop. Sociale Orchidea.
    Da qualche gg e’ sopraggiunto un problema di diversa natura che non c’entra nulla con questa struttura. Per problemi e paura io figlia, ho bisogno di portarlo via.
    Quando ho fatto presente di questo alla resp. della struttura, mi ha detto che se lo porto via devo pagare la retta per i 90gg stabili da contratto, che io non ho e nessuno
    si e’ preoccupato di inviarmelo. Ho richiesto questo e sul contratto che mio papa’ (che al momento dell’entrata stava piuttosto bene ma oggi non molto) ha firmato dice: il contratto ha durata di 1anno scade febbario 2020 se si recedere si dovra’ pagare la retta per i 90gg.
    Io non voglio piu’ che stia li? Sono obbligata a pagare questi 90gg?
    Spero che mi aiuterete in questo problema

  5. Aldo ha detto:

    Ho un cognato di 70 anni che ha una deriva riscontrata come ALZHAIMER… la soluzione proposta è il ricovero presso rsa attrezzata. Mi è stato detto di incominciare a fare domande nelle varie strutture….. oltre alla domanda e alle relative documentazioni le rsa mi chiedono di firmare come garante del pagamento della retta. mio cognato ha sempre vissuto da solo non ha famiglia propria vive a 15 km da me e percepisce una pensione di €850. Oltre all’umana solidarietà (tra l’altro sto facendo le pratiche per fare l’amministratore di sostegno) mi sembra un garanzia che non mi aspetta dare …ma senza quella non viene accettata la domanda. Ho 72 anni sono pensionato con moglie a carico… non credo di avere obblighi verso mio cognato….

  6. Giunta Nunzia ha detto:

    Quando le spetta pagare alla famiglia in caso di ricovero mi hanno detto che le viene tolta solo la convenzione e la famiglia paga per intero

  7. Delfina ha detto:

    scusate: ho letto che in caso di patologie in stato avanzato le prestazioni sono completamente a carico del servizio sanitario.
    Quali sono le patologie?
    Perche’ nel ricovero che conosco le persone gravi pagano? Se non sufficienti redditi tocca ai figli.(cosi’ mi e’ stato detto)
    Perche’ vengono chiesti 1500-2000€ mensili se deve pagare tutto il servizio sanitario?
    Perche’ i direttori delle case di riposo non informano le famiglie dei diritti del loro congiunto?

  8. Gabriella ha detto:

    Mi scuso con coloro ai quali non ho risposto ma sono settimane di intenso impegno per un nuovo progetto. Ricordo che per notizie “tecniche” dovete rivolgervi a chi ha competenza come i CAF o similari. Io posso fare affidamento solo sulla mia esperienza personale e non copre tutti casi che ricorrono qui. Se volete invece condividere un’esperienza o delle informazioni che ritenete utili anche per altri fatelo pure qui.
    Vi ringrazio
    Gabriella

  9. Francesco ha detto:

    Sono figlio unico. Per certi motivi non sono L amministratore di sostegno di mia madre, (89 anni) residente in una RSA sofferente di problemi di grave demenza senile.
    Due mesi fa AdS ha minacciato la RSA di trasferire mia madre in altra Rsa con retta più economica (meno di quella attuale è impossibile). Ho chiesto chiarimenti all AdS e la. Is volontádi divenire io stesso AdS di mia madre.

    Mi ha scritto che c’è un debito di alcune migliaia di euro da sanare ( di cui non sapevo niente) creatosi nella sua gestione che dovrei risanare prima di divenire io stesso AdS. Io non ho ancora risposto. Cosa devo fare? A me sembra ingiusto che debba rilevare un debito causato dalla pessima gestione dell attuale AdS e che I venga accollato per forza. Ma voi cosa ne pensate? E ne sarei grato! grazie.

    Francesco

  10. Beatrice ha detto:

    Cara Patricia,
    Leggo la tua storia e posso dirti che ti capisco completamente. E’ assurdo come un paese che si definisce civile possa voltare le spalle a situazioni simili.
    Mio papà settantenne soffre da qualche di demenza vascolare con episodi di violenza e siamo stati costretti a inserirlo in una RSA. Un uomo sempre buono con tutti, un grande lavoratore e una bellissima persona. Purtroppo anche noi non abbiamo una situazione economica molto rosea. Inizialmente siamo riusciti a far fronte alle spese poi non ne siamo stati più in grado. Nella casa di riposo dove è stato ricoverato inizialmente non siamo riusciti a pagare la retta per due mesi, la struttura quindi ha ben deciso di modificare la sua cura per farlo andare in crisi e dimetterlo con la scusa che non era la struttura adatta a lui (certamente la struttura è adatta solo quando si riesce a pagare). Per fortuna siamo riusciti a trovare un altro posto dove inserirlo ma il problema retta continua a sussistere. E’ straziante, oltre al dolore la cattiveria delle persone quando ci sono in mezzo i soldi. Il Comune del nostro paese di residenza ci deve dare una risposta per l’integrazione della retta da 4 mesi e nonostante i numerosi solleciti non siamo considerati. Non perdere la tua dignità. In queste situazioni bisogna lottare.
    Un grande in bocca al lupo.

    • patricia atzeni ha detto:

      cara Bea so bene cosa vuoi dire… fino a che avevo i soldi erano tutti al mio servizio ora mi trattano come una pezzente tutti nessuno escluso. Mi ha detto proprio ieri l’assistente sociale che sono l’unica che non riesce ad avere l’isee per la firma dei genitori… la mia risposta? io sto nelle regole non falsifico la firma per farle piacere
      oggi la dottoressa dell’istituto mi ha detto ti faccio io la certificazione nella quale attesto l’incapacità di intendere e volere di tuo padre, la alleghi agli atti e vediamo se hanno ancora qualcosa da dire
      qui capisco che non tutti sono carogne qualcuno sta cercando in qualche modo di aiutarmi ma la signora ha deciso che oggi avrebbe fatto istanza al giiudice per avere la delega come amministratore di sostegno cosi perchè gli piace mettere il coltello nella mia vita
      sono arrabbiata e pronta questa volta ad andare oltre
      non ho più casa dal primo dicembre dormirò in magazzino
      in questo stato faccio molta fatica a lavorare ho troppe cose per la testa ma devo andare avanti
      non voglio darla vinta a questa signora giuro questa storia arriverà in alto fosse solo per dare una mano a chi ancora non è in queste condizioni
      ti auguro ogni bene e anche tu non mollare
      Patricia

  11. patricia atzeni ha detto:

    mi trovo in una situazione devastante
    sono figlia unica non ho reddito perchè non ho un genitore solo malato ma tutti e due
    non sono sposata non ho figli non ho convivente o simili tutto a carico mio
    assistente sociale che puntava alla pensione di mio padre (il primo ad ammalarsi di alzheimer) lasciandomi in braghe di tela con mia madre che cominciava ad avere gli stessi problemi (diagnosticata poi demenza ischemica con problemi psichiatrici annessi) o trovavo lavoro o gestivo la situazione ma non è fattibile se non lavori i soldi finiscono ed infretta
    Ora li ho tutti e due in istituti diversi e mi è arrivata la lettera dell’avvocato per i mancati pagamenti
    tutto il mio risparmio è finito non ho averi niente intestato a me e anche quello dei miei è esaurito
    non ho più una casa perchè non posso più pagare l’affitto ma non ho voluto fino ad oggi mollare la pensione dei miei per saldare i conti di mamma (affitto, badante, bollette, spesa e spese condominio) per l’isee mi stanno facendo mille difficoltà non so più che fare è dal 2011 che mi ritrovo catapultata in questo mondo demenziale con istituzioni che ti sfruttano fino a che hai i soldi e dopo ti contrastano e ti mandano in miseria
    disperata e senza speranze
    ma vorrei che si rivedesse tutta questa situazione se non per me per gli altri che verranno
    è la malattia del secolo e io non sono più giovane ho perso tutto anche la mia dignità

    • Gabriella ha detto:

      Gentile Patricia,
      non so se è una speranza, ma le suggerisco di contattare la Fondazione di promozione sociale. Qui di seguito quello che scrivono nella loro pagina di Facebook. Sebbene, per il momento, mi sembra di capire che la struttura non ha minacciato di dimettere i suoi genitori, la sua storia merita certamente l’aiuto di persone competenti. Li chiami ed esponga il suo caso. Mi auguro sinceramente che almeno possa raggiungere la serenità che i suoi cari possano restare in casa di riposo senza che a lei vengano richiesti dei pagamenti. Forse raggiungere questa tranquillità potrebbe ridarle la forza per trovare un lavoro e riprendersi un po’ della sua vita.
      Li chiami.
      Le auguro sinceramente che questo piccolo suggerimento si concretizzi per lei in un supporto concreto da parte della fondazione.
      Un caro saluto
      Gabriella

      ——————
      IN TUTTA ITALIA: OTTIENI CON SUCCESSO CHE LE CURE PER I TUOI CARI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI NON SI INTERROMPANO
      Chiamaci allo 011.8124469
      scrivici a info@fondazionepromozionesociale.it
      Avete un parente malato non autosufficiente ricoverato in ospedale ma vi hanno già comunicato che lo dimetteranno? E’ in casa di cura e vi hanno detto che starà lì solo 30, 40 giorni e poi dovrete occuparvene voi? NON E’ COSI’. Il paziente non autosufficiente ha diritto alle cure del Servizio sanitario senza limiti di durata (legge 833/1978).
      COME RICHIEDERLE E OTTENERLE? Basta una semplice lettera raccomandata di opposizione alle dimissioni e richiesta della continuità terapeutica per far proseguire al malato il suo iter di cura (nella struttura in cui è ricoverato, a casa con le opportune cure socio-sanitarie, oppure in struttura socio-sanitaria – Rsa, ma sempre sotto la tutela del Servizio sanitario).
      NON IMPORTANO LA SITUAZIONE ECONOMICA, I DEPOSITI IN BANCA, IL PATRIMONIO: LA CONTINUITA’ DELLE CURE E’ OBBLIGATORIA ESCLUSIVAMENTE IN RAGIONE DELLA MALATTIA
      Chiamaci allo 011.8124469, scrivici a info@fondazionepromozionesociale.it o consulta il sito http://www.fondazionepromozionesociale.it/…/dimissioni_lett… per una consulenza gratuita e per avvalerti dei nostri consigli. Seguendo le indicazioni riportate nella lettera si ottiene SEMPRE, in tutta Italia, la continuità delle cure.

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