Ringraziamenti

Nota dell’autrice

storia di una demenza senile- foto autriceI fatti narrati in “Io sono Nina” sono veri. L’unica invenzione che mi sono concessa è l’aver trascorso un mese a casa di mia madre per sostituire la badante. L’artifizio narrativo mi è servito per costruire una trama che sostenesse eventi che in realtà si sono protratti per alcuni mesi. All’interno di questo tessuto narrativo ho combinato avvenimenti vissuti direttamente nel tempo che ho trascorso con lei, ai racconti di mia sorella e fratello quando non c’ero.

Alla storia di “Io sono Nina” si intreccia quella di mia suocera che nel libro è presente con una sorta di flashback. Per anni mio marito ed io siamo stati dei “Globetrotter” della Pianura padana con un continuo  su e giù fra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Se vuoi qui trovi il booktrailer del libro.

Ringraziamenti

Ringrazio Roberto, mio marito, dopo anni continuiamo a cogliere reciprocamente nel nostro sguardo quella scintilla di meraviglia per quanto siamo fortunati ad amarci.

Ringrazio Sonia testimone della prima forma epistolare di “Io sono Nina” e che mi ha aiutata a cogliere la cifra di questa esperienza, anche se non sono certa di esserci riuscita.

Ringrazio i miei fratelli. Soprattutto Daniela e Mauro che abitando vicino a mia madre hanno avuto sulle loro spalle la sua quotidianità non solo nell’ultima fase della sua vita ma anche negli anni precedenti. Si sono presi carico di tutte le attività che ruotano intorno a un anziano, la gestione delle badanti, la burocrazia, accompagnarla alle visite, ai controlli medici, le terapie. A loro un ringraziamento particolare anche per la loro costante presenza.
In quest’angolo familiare ricordo mio padre che di tutta la nostra storia ne ha vissuto solo un pezzo.

Ringrazio i vicini di casa di Nina, preziosi fari che non si sono mai sottratti nel “buttare un occhio” su quanto poteva accadere a casa sua, soprattutto quando viveva da sola e anche poi con le badanti.

Ringrazio le badanti, senza il loro supporto sarebbe stato tutto più difficile. Bisogna avere rispetto di queste donne che abbandonano famiglia e figli e che spesso alle spalle hanno storie di abusi da parte dei loro uomini. Bisogna avere rispetto ed essere sempre vigili facendo sentire la nostra costante presenza. Non dobbiamo mai dimenticare che inseriamo in casa dei nostri genitori delle persone che ci sono del tutto estranee e così come accade nella vita, non tutti sono onesti.

Ringrazio ‘quell’altro chirurgo’ che parlò con calma e sincerità dell’amputazione a mia suocera. E ringrazio il chirurgo che operò d’urgenza al colon mia madre. Il mattino dopo ricevette mia sorella e me in uno studio dove potemmo parlare in privato. Ricordo ancora che si scusò per non averci parlato la sera prima; dopo l’operazione di mia madre dovette eseguire un altro intervento urgente.
La sanità ci ha mostrato il suo lato migliore e quello peggiore. Qui voglio ringraziare il primo e ricordare al secondo che se solo lo si volesse, basterebbe davvero poco per dare una svolta alle cose.

Ringrazio mia suocera che mi ha accolta e voluto bene nonostante il suo carattere.

E ringrazio mia madre, Nina, anche se mi rendo conto che lo faccio a tempo ormai scaduto. Non sei stata una madre perfetta, come io non sono stata una figlia perfetta. Pur nelle nostre imperfezioni abbiamo vissuto la nostra storia sapendo di esserci l’una per l’altra. Questo libro è dedicato a te, mamma.
Gabriella