Le spiagge dello sbarco in Normandia: da Pegasus Bridge a Sword Beach (2/5)

Le spiagge del D-Day sono state testimoni di uno degli eventi più significativi della Seconda Guerra Mondiale, lo sbarco
delle truppe alleate il 6 giugno 1944.

L’operazione, denominata “Operazione Overlord”, è stata pianificata e condotta dalle forze congiunte degli Stati Uniti,
del Regno Unito, del Canada e di altre nazioni alleate.

Il D-Day segnò l’inizio dell’offensiva alleata per liberare l’Europa occidentale dall’occupazione nazista.
Le forze alleate sbarcarono su cinque diverse spiagge lungo la costa normanna:

  1. Utah Beach (truppe statunitensi)
  2. Omaha Beach (truppe statunitensi)
  3. Gold Beach (truppe britanniche e canadesi)
  4. Juno Beach (truppe britanniche e canadesi)
  5. Sword Beach (truppe britanniche e francesi)
mappa dello sbarco i Normandia nel D-Day

Ciascuna spiaggia era ulteriormente suddivisa in settori destinati a diversi corpi militari. L’invasione fu preceduta da un’ampia campagna
di false notizie che gli alleati diffusero con l’obiettivo di confondere le forze tedesche sulla data e sul luogo dello sbarco.

Visitare i musei dedicati alle spiagge dello sbarco in Normandia, significa rendersi conto di quanto complessa sia stata la pianificazione
dell’operazione anche dal punto di vista logistico che doveva considerare non solo il giorno dello sbarco, ma il supporto delle truppe
anche nei giorni seguenti.

Alcuni numeri dello sbarco in Normandia

Ecco alcuni numeri solo per rendere l’idea:

  • 156mila soldati (73mila britannici e canadesi e 59mila americani) destinati all’invasione dal mare,
  • 132mila dei quali sono effettivamente sbarcati sulle cinque spiagge il 6 giugno
  • 24mila paracadutisti
  • 2000 carri armati e 12mila altri veicoli
  • 56mila marinai
  • 6.480 navi (da guerra, da sbarco, da trasporto, ospedale, officina, d’appoggio, ecc.) divise in 59 convogli
  • 5.500 aerei da combattimento che effettuarono 10.750 missioni (un volo andata e ritorno sulle zone di sbarco)
  • 1.500 aerei da trasporto e alianti destinati al lancio e all’aviosbarco dei paracadutisti
  • 60milioni di razioni da combattimento K
  • 31 chili era il carico medio per ogni soldato americano
  • 600mila furono le dosi di penicillina
  • 8.000 medici, imbarcati su 4 navi ospedale

Solo nel giorno dello sbarco si contarono 10.500 perdite tra gli alleati: morti, feriti, prigionieri e dispersi. I morti furono circa un terzo del totale. Le perdite tedesche sono stimate in 10mila uomini.

foto storica dello sbarco in Normandia 6 giugno 1944 D-Day
Lo sbarco in Normandia

Nonostante le difficoltà e le forti resistenze tedesche, le forze alleate riuscirono a stabilire una testa di ponte in Normandia. Questo rappresentò un punto di svolta nella guerra, poiché permise agli alleati di avanzare verso il cuore dell’Europa occupata dai nazisti. Le operazioni successive alla giornata dello sbarco portarono alla liberazione di Parigi e alla sconfitta finale della Germania nazista nel 1945.

Il nostro viaggio nelle spiagge dello sbarco in Normandia

Arrivando dalla parte est della Normandia abbiamo iniziato il nostro giro delle spiagge dello sbarco in Normandia partendo da Sword Beach per arrivare poi a Utah Beach. Al nostro ritorno abbiamo visto il film Il giorno più lungo (The Longest Day) del 1962 con, tra gli altri, John Wayne, Robert Mitchum, Henry Fonda un giovanissimo Sean Connery. Il film non ha di certo la potenza di Salvate il soldato Ryan ma abbiamo ripercorso praticamente tutti i luoghi che avevamo appena visto nel nostro viaggio.

pannello celebrativo del D-Day in Normandia
Uno delle decine di pannelli celebrativi che abbiamo visto nei paesi nei pressi delle spiagge dello sbarco

Noi ci siamo arrivati subito dopo le celebrazioni per il 79° anniversario dello sbarco e in tutti i paesi lungo la costa si trovavano le immagini dei soldati che combatterono nei giorni del D-Day. Inoltre sui monumenti erano ancora presenti le corone deposte solo qualche giorno prima.

Il prossimo anno (2024) ricorre l’80° anniversario dello sbarco in Normandia ma già nei giorni in cui c’eravamo noi (quindi un anno prima) musei e negozi avevano esaurito i gadget preparati per le celebrazioni dell’ottantesimo.

Musée et site de la Batterie de Merville (10 giugno)

Nella tappa di trasferimento da Honfleur a Oiustreham sulla Sword Beach, ci siamo fermati a visitare il Merville Battery Site.

Il museo ha sede nel luogo dove le forze tedesche avevano posizionato dei bunker a protezione dei cannoni che vi erano installati.

L’intelligence alleata riteneva che la batteria potesse minacciare gli sbarchi britannici su Sword Beach, che si trova circa 13 chilometri di distanza. Così il 6 giugno 1944 al 9° Battaglione Paracadutisti (parte della 6° Divisione Aviotrasportata) fu affidato il compito di catturare e neutralizzare la batteria.

Oggi il sito è un museo a cielo aperto con esposizioni e ricostruzione dei locali interni dei bunker in un percorso nel quale si scopre il ruolo delle batterie nelle difese del Vallo Atlantico tedesco, le vite dei soldati che vi erano di stanza, nonché la storia dei soldati alleati che lo catturarono.

Batterie de Merville reperti del museo

Nel sito sono anche presenti un bunker di munizioni, un dormitorio, una cucina, un bunker del quartier generale e altri edifici.

Ogni 20 minuti all’interno del bunker numero 1 si svolge uno spettacolo di suoni e luci che ricrea gli eventi della notte tra il 5 e il 6 giugno 1944. Certo non è come essere lì in quella notte ma si riesce comunque ad avere un’idea della tragedia e della tremenda confusione che quei soldati hanno vissuto.

Qui è inoltre possibile entrare nel Douglas C-47 Dakota, uno degli aerei che parteciparono allo sbarco. Il C-47 fu il principale aereo da trasporto alleato il gemello C-53 Skytrooper. Furono determinanti, durante l’Operazione Overlord, dove trasportarono ogni tipo di materiali, di rifornimenti e lancio delle truppe aviotrasportate.

Il Dakota venne anche impiegato come velivolo traino per i pesanti alianti cargo CG-4 Waco di cui vedremo l’unico esemplare presente in Francia nell’Airborne Museum di Sainte-Mère-Église a Utah Beach.

Pegasus Bridge (10 giugno)

Sul Pegasus Bridge si svolse una delle prime operazione del D-Day. Il ponte ribaltabile a Bénouville sul fiume Caen, da quella notte ha assunto definitivamente il nome di Pegasus Bridge, lo stesso nome in codice dell’operazione che aveva come obiettivo la sua presa da parte della 6ª Divisione aviotrasportata britannica capitanata dal maggio John Howard.

I soldati atterrano nei pressi del ponte con degli alianti e per questo motivo furono in grado di attuare un assalto a sorpresa alle poche guardie tedesche presenti sul ponte. Una curiosità di quelle prime ore del D-Day è che la prima unità terrestre giunta per rafforzare le truppe fu quella guidata da Lord Lovat, che arrivò al suono della cornamusa scozzese del suo suonatore personale Bill Millin.

Oggi in realtà il ponte che si attraversa è una copia. Quello originale è conservato nel museo a fianco del ponte stesso.

Vicino al ponte Pegasus si trova anche il Café Gondrée che a tutti gli effetti è considerata la prima casa francese a essere liberata.

Café Gondrée la prima casa francese liberata dagli alleati
Café Gondrée

Il film Il giorno più lungo (The Longest Day) del 1962 ben racconta la presa del Pegasus Bridge.

Ouistreham e Sword Beach (10 giugno)

Sword Beach è la prima delle cinque spiagge dello sbarco in Normandia che abbiamo visitato. E’ la spiaggia di Ouistreham, dove abbiamo dormito per una notte. Qui si trova il museo Le Grand Bunker | Musée du Mur de l’Atlantique, ovvero il museo del Vallo atlantico.

Le Grand Bunker | Musée du Mur de l’Atlantique

Il museo del Vallo Atlantico è stato allestito all’interno dell’ex quartier generale dell’esercito tedesco che comandava le batterie dell’estuario dell’Orne. Questa torre di 5.000 tonnellate di cemento e acciaio è unica nel suo genere e domina dall’alto dei suoi 17 metri le zona di Ouistreham chiamata Riva-Bella.

Il bunker è composto di sei piani ristrutturati per restituirgli le loro funzioni d’epoca, sala macchine, sala filtri, camera, farmacia, infermeria, armeria, deposito munizioni, sala mappe, sala trasmissioni radio, centralino telefonico, posto di osservazione dotato di telemetro e così via. Oltre agli spazi dedicati alle truppe d’élite e al loro equipaggiamento speciale a difesa del Vallo Atlantico, il sistema di fortificazioni voluto dal Terzo Reich lungo tutte le coste dell’Europa nord-occidentale.

Accanto all’ingresso si trova il mezzo da sbarco originale utilizzato nella scena dello sbarco a Omaha nel film Salvate il Soldato Ryan di Steven Spielberg.

Qui si trova anche il Musée n° 4 Commando che non abbiamo visitato e che è dedicato alla memoria dei commando francesi che parteciparono al D-Day, i cosiddetti berretti verdi guidati dal Comandante Kieffer.

Il monumento a Piper Bill Millin

Con una rilassante passeggiata lungo la spiaggia si può giungere alla statua Piper Bill Millin, che commemora il suonatore di cornamusa personale di Lord Lovat Fraser, la cui brigata Commando è atterrata a Sword Beach nel D-Day per prendere il Ponte Pegasus.

La presenza di quest’uomo che disarmato avanzava con la sua cornamusa mentre infuriava la battaglia era totalmente straniante anche per i soldati tedeschi. In seguito alcuni di loro hanno dichiarato di non averlo preso di mira perché pensavano fosse un pazzo.

Monumento della fiamma “La Flamme

Il monumento a forma di fiamma simboleggia gli sbarchi del D-Day e porta i nomi dei 177 marines francesi che sbarcarono a Colleville-sur-Orne. Di fronte al monumento, dieci stele portano i nomi di 10 soldati caduti a Ouistreham il 6 giugno 1944. I sette gradini che portano al monumento simboleggiano il numero di soldati caduti tra il monumento e il casinò. Al Comandante Kieffer è infine dedicata una stele in pietra che sormonta le altre, opera dello scultore Petrus.

Sword Beach normandia, monumeto La Flamme, Comandante Kieffer

Colleville-sur-Mer e le altre spiagge dello sbarco in Normandia

Per la nostra visita alle spiagge dello sbarco in Normandia abbiamo fatto “base” a Colleville-sur-Mer dove abbiamo pernottato due notti per poter visitare con calma i luoghi dello sbarco.

Sulla strada da Ouistreham e Colleville-sur-Mer ci siamo fermati a Hermanville British war cemetery. Cimitero in cui sono sepolti 1003 soldati di cui quasi mille britannici.

Il cimitero non è segnalato sulla strada e ci siamo arrivati solo grazie al navigatore.

Sword Beach Normandia, Hermanville British war cemetery, cimitero di guerra inglese

Una curiosità: la casa della poesia

Sempre sulla strada verso Colleville-sur-Mer e Juno Beach abbiamo visto questa casa nota come maison-poésie de Colleville-Montgomery dedicata al poeta Charles Baudelaire.

Il proprietario, un parigino che ha acquistato questa abitazione come seconda casa, conosce a memoria le opere dell’autore de I fiori del male.

Il proprietario ha scritto lui stesso sulla pietra le poesie Zingari in viaggio, Spleen o anche i Sette vecchi, e altre.
Ci sono voluti mesi di lavoro anche per ornare la casa con tuta una serie di fregi e statue fino alla meridiana che si trova sotto il tetto.

Di certo una curiosità che vale la pena di una rapida sosta per tentare di coglierne tutti i dettagli.

Ma ora è tempo di proseguire la nostra visita sulle altre spiagge del D-Day in Normandia: Juno Beach, Gold Beach, Omaha Beach e Utah Beach.

Foto storiche Public Domain da Wikipedia e Commons wikimedia.
Vota questo articolo