Le spiagge dello sbarco in Normandia da Gold Beach a Utah Beach(3/5)

Abbiamo proseguito il nostro viaggio lungo le spiagge dello sbarco in Normandia risalendo la costa fono a giungere a Omaha Beach e infine Utah Bech.

Courseulles-sur-Mer: Juno Beach (11 giugno)

Sempre sulla strada per Colleville-sur-Mer ci siamo diretti a Courseulles-sur-Mer per visitare Juno Beach. Questa spiaggia era stata assegnata alle forze britanniche e canadesi.

Qui si trova il Juno Beach Centre, museo dedicato alla storia canadese durante la Seconda Guerra Mondiale. Il museo offre una visione approfondita degli eventi dello sbarco in Normandia e delle conseguenze per il Canada. Nell’area antistante l’entrata si vedono le steli dedicate ai caduti canadesi.

Juno Beach Centre

Non abbiamo visitato il museo preferendo una passeggiata a Juno Beach Park che si snoda fra le dune di sabbia della spiaggia.

La prima scultura che si incontra è proprio accanto al museo; Remembrance and Renewal è la scultura creata dall’artista canadese Colin Gibson. La scultura presenta cinque figure militari che avvolte in una formazione circolare guardano verso l’esterno, in lontananza. Le figure massicce si fondono l’una nell’altra, accentuando l’unità e il cameratismo di coloro che hanno servito il Canada in patria e all’estero.

juno beach Remembrance and Renewal monument
Remembrance and Renewal

Le figure sono poste per riflettere emozioni diverse, in armonia con i loro gesti individuali. Una figura raffigura la leadership, una forza, un’altra vigore e prontezza, mentre un’altra ancora sembra cupa e riflessiva. Un’ultima figura si fa avanti per assistere un compagno.

Poco distante si trova il monumento Inukshuk dedicato ai nativi canadesi caduti a Juno Beach.

Camminando lungo la spiaggia si incontrano diverse installazioni artistiche e monumenti come ad esempio il Memoriale canadese oltre a resti di bunker e delle postazioni difensive tedesche.

La passeggiata lungo la spiaggia non è priva di luoghi interessanti come un carro armato Sherman, fino a giungere alla Croce di Lorena (Croix de Lorraine) che indica il punto in cui il 14 giugno 1944, il generale Charles de Gaulle mise piede per la prima volta sul suolo francese dopo quattro anni di esilio.

De Gaulle sbarcò a Juno Beach, tra le città di Graye-sur-Mer e Courseulles-sur-Mer, proseguì poi per Bayeux dove tenne un discorso pubblico oggi ricordato come semplicemente come il “discorso di Bayeux” in cui il generale incontrò i francesi in una delle prime città liberate della Francia. L’accoglienza entusiasta della popolazione dissuase gli americani di porre la Francia sotto la diretta amministrazione americana, legittimando in questo modo il Comitato francese di liberazione nazionale.

Memoriale della Normandia britannica (British Normandy Memorial) (11 giugno)

A Ver-sur-Mer si trova il nuovo British Normandy Memorial che registra i nomi dei 22.442 militari e donne, da più di 30 paesi diversi, che sotto il comando britannico sono caduti durante il D-Day e durante la battaglia di Normandia nell’estate del 1944. Il sito comprende anche un memoriale francese, dedicato alla memoria dei civili francesi che morirono durante questo periodo. Inaugurato nel 2021 il memoriale è formato da un colonnato in cui sono incisi i nomi dei caduti.

British Normandy Memorial Juno beach

Gold Beach e Arromanches-les-Bains (11 giugno)

Dopo Ver-sur-Mer che in pratica segna l’inizio di Gold Beach anch’essa assegnata alle forze britanniche e canadesi si siamo diretti ad Arromanches-les-Bains. Il nostro obiettivo era riuscire ad arrivare in tempo per la bassa marea e poter così camminare fino ai cassoni di Port Mulberry.

In pratica dobbiamo ringraziare l’afa di Honfleur che ci ha fatto lasciare la cittadina con mezza giornata di anticipo rispetto alla nostra tabella.

Port Mulberry

Porto artificiale costruito dagli alleati, per facilitare lo scarico delle navi di rifornimento al largo della costa della Normandia subito dopo il D-Day. Il porto aveva la capacità di spostare 7.000 tonnellate di veicoli e rifornimenti al giorno dalle navi al largo alla spiaggia. Erano costituiti da circa 10 km di strade flessibili in acciaio, che galleggiavano su pontoni di acciaio o cemento. Queste strutture erano riparate dal mare da linee di massicci cassoni affondati, linee di navi affondate e una linea di frangiflutti galleggianti.

Port mulberry arromanche
Port Mulberry nel 1944

Due milioni e mezzo di uomini, mezzo milione di veicoli e quattro milioni di tonnellate di rifornimenti sono sbarcati in Europa attraverso il porto artificiale di Arromanches.

I resti dei cassoni sono ancora oggi visibili sulla spiaggia ma quelli più vicini possono essere raggiunti a piedi solo quando c’è la bassa marea.

Vi consigliamo quindi di consultare la tabella delle maree se volete raggiungerli.

Ad Arromanches è presente anche il Museo dello sbarco che non abbiamo visitato e che è dedicato alla costruzione del porto. Noi ci siamo lasciati attrarre dal cinema circolare Arromache 360° dove un filmato ripercorre la storia della battaglia di Normandia, con immagini d’archivio che scorrono su 9 schermi, a 360°.

Molto interessante proprio perché le immagini d’archivio restituiscono il senso vero di quanto accaduto in quel tempo. Ma forse, a posteriori, potrebbe essere più interessante il museo (che però non abbiamo visto).

Omaha Beach (12 giugno)

Trovandoci nella parte gestita dagli americani pensavamo di trovare una sorta di piccola Disneyland. Invece queste due spiagge, che tra le altre cose sono anche le più conosciute, sono molto sotto tono rispetto a Gold beach, Juno Beach e Sword Beach.

La ragione potrebbe essere che non ci sono sembrate così sviluppate dal punto di vista del turismo estivo. Abbiamo soggiornato a Colleville-sur-mer e dei tre ristoranti che avevamo visto in zona per cenare solo uno era aperto sulla spiaggia di Omaha Beach.

Bloody Omaha

Omaha è anche ricordata come Bloody Omaha, la sanguinosa Omaha. Come in molti luogo dello sbarco le cose non andarono secondo i piani e le prime truppe d’assalto che misero piede sulla spiaggia furono falcidiate dai tedeschi che aprirono il fuoco con le mitragliatrici, con le armi leggere e con i mortai.

Omaha Beach sbarco D-Day 1944

Appesantiti dall’equipaggiamento, privi di riparo, con quasi trecento metri da percorrere parte in acqua, parte allo scoperto, i soldati della prima ondata furono massacrati. Qui tornano alla memoria le immagini iniziali di Salvate il soldato Ryan in cui la brutalità della guerra è mostrata in tutta la sua devastazione di giovani vite gettate in un massacro calcolato con i soldati crivellati dal fuoco delle mitragliatrici senza possibilità di salvarsi in alcun modo.

Les Braves

La sera del nostro arrivo (11 giugno) abbiamo fatto una tranquilla e molto piacevole passeggiata lungo Omaha Beach che, come detto, non essendo così turisticamente sfruttata come le precedenti ci ha regalato dei momenti di solitudine avvolti nella luce tenue del tramonto.

Camminando sulla spiaggia non si può non vedere la scultura Les Braves (The Braves) o Omaha Beach D-Day Monument un omaggio agli alleati che sbarcarono su questa spiaggia.

Omaha Beach le Braves

La scultura creata da Anilore Banon è composta da tre elementi che lo stesso autore spiega come:

Le ali della speranza: perché lo spirito che animava questi uomini il 6 giugno 1944 continui ad ispirarci, ricordandoci che insieme è sempre possibile cambiare il futuro.

Alzati, Libertà!: Affinché l’esempio di coloro che si sono sollevati contro la barbarie, ci aiuti a rimanere saldi contro ogni forma di disumanità.

Le ali della fraternità: Affinché questo slancio di fratellanza ci ricordi sempre la nostra responsabilità verso gli altri oltre che verso noi stessi.

Cimitero Americano, Normandy American Cemetery

La scena di apertura di Salvate il soldato Rayan è stata girata proprio qui. Il Normandy American Cemetery di Colleville-sur-Mer è un luogo di forti emozioni. L’entrata è gratuita ma attenzione che a differenza di altri cimiteri osserva degli orari di apertura 9-17.45 quando l’abbiamo visitato noi. Per accedervi occorre superare dei controlli di sicurezza tipo gate aeroportuale.

Naturalmente non esiste alcuna tomba del capitano John Miller, ci sono invece quelle dei fratelli Preston e Robert Niland, la cui storia ha ispirato Steven Spielberg.

Prima di entrare nel cimitero vero e proprio, il visitor centre descrive gli eventi e il significato degli sbarchi del D-Day e della conseguente campagna per la Normandia. L’accesso al cimitero avviene tramite la Sacrifice Gallery in cui i nomi dei soldati che qui riposano vengono letti ad alta voce.

Scrical Youtube
Ascolta la voce che legge i nomi

Una volta all’esterno si rimane impressionati dall’estensione dell’area sepolcrale di 70 ettari. Qui riposano i resti di quasi 9.400 americani che morirono durante la liberazione alleata della Francia. Altri 14.000 sono stati rimpatriati per volere della famiglie.

Normandy American Cemetery Omaha Beach

In tutti i cimiteri di guerra è possibile rintracciare la posizione esatta di ciascun soldato sepolto disponendo del solo nome e cognome.

Nel cimitero è presente anche un imponente memoriale costituito da un colonnato semicircolare con una loggia alle estremità contenente mappe e descrizioni delle operazioni militari. Su un lato del  memoriale sono poste le targhe dei 1.557 soldati americani dispersi o non identificati. Al centro si trova la statua in bronzoSpirit of American Youth Rising from the Waves.

Normandy American Cemetery Omaha Beach
Spirit of American Youth Rising from the Waves

Una tavola di orientamento affacciata sulla spiaggia raffigura lo sbarco in Normandia.

Davanti al memoriale si trova una grande vasca riflettente al termine della quale inizia la parte sepolcrale, un grande prato verde punteggiato da migliaia di croci bianche.

Più o meno al suo centro si trova una cappella circolare mentre all’estremità del cimitero si trovano le statue in granito rappresentanti gli Stati Uniti e la Francia.

Ciò che ci ha impressionato di più nei cimiteri che abbiamo vitato è la giovane età dei morti, a volte giovanissima non raro trovare tombe di ragazzi di diciannove o diciotto anni. Intere generazioni sacrificate sull’altare dell’idiozia umana.

Anche in questa zona ci sono diversi musei in particolare Musée D-Day Omaha e Overlord Museum.

Overlord Museum

Abbiamo preferito questo museo perché particolare nell’insieme dei musei che si possono incontrare nelle spiagge dello sbarco in Normandia. Il museo prende il nome da Overlord Operation (Operazione signore supremo) nome in codice dell’intera operazione di sbarco degli alleati in Europa.

Overlord Museum

Il museo espone oggetti sia all’interno che all’esterno e la sua particolarità sta nel presentare gli oggetti storici rinvenuti sui campi di battaglia normanni: aerei da ricognizione, bombe volanti, mezzi corazzati, automezzi e cannoni, uniformi, manifesti, documenti rari e centinaia di oggetti personali dei soldati in diorama realizzati per dare un’idea degli ambienti reali in cui si trovarono a operare.

Cimitero militare tedesco di La Cambe

Sulla strada verso Utah beach ci siamo fermati anche al cimitero militare tedesco di La Cambe, il più grande della Normandia, con le sue 21.200 tombe.

Al centro del cimitero, una collinetta erbosa alta 6 metri è sormontata da un’unica croce e funge da fossa comune per 296 soldati, molti dei quali sconosciuti.

La cambe cimitero tedesco Normandia

Come altri cimiteri militari tedeschi delle due guerre mondiali, La Cambe riflette lo stato degli sconfitti. A differenza dei cimiteri alleati, le croci e le pietre tombali sono scure, in accordo con quello che il Trattato di Versailles del 1919 aveva stabilito per i cimiteri della Prima guerra mondiale.

https://www.liberationroute.com/it/pois/275/la-cambe-german-military-cemetery

Utah Beach (12 giugno)

E’ l’ultima spiaggia che abbiamo visitato, quella più occidentale delle cinque spiagge dello sbarco in Normandia. Come Omaha Beach anche Utah Beach è stato il teatro delle operazioni statunitensi.

Sainte Mère Eglise

La nostra visita di Utah Beach è iniziata da Sainte Mère Eglise. Il piccolo villaggio normanno è conosciuto per il lancio dei paracadutisti americani nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944.

Sainte Mère Eglise nel 1944
Sainte Mère Eglise nel 1944

Fra questi il soldato John Steel rimase appeso per due ore sul campanile della chiesa, prima di essere fatto prigioniero dai tedeschi.

Anche questo fatto è narrato nel film Il giorno più lungo ed è ricordato ancora oggi con un manichino del paracadutista che penzola dall’alto della chiesa.

Sainte Mère Eglise Utah Beach
Il paracadutista di Sainte Mère Eglise

Airbone museum

L’Airborne Museum è dedicato ai paracadutisti americani dell’82° e 101° Divisione Aviotrasportata. E’ dunque dedicato più ai mezzi aerei e a tutto ciò che riguarda l’aviazione. Nel museo si possono osservare una collezione di uniformi, armi e le armi utilizzate dalle unità aviotrasportate americane durante la Seconda guerra mondiale.

Tra i reperti presenti nel museo un Douglas C-47 ampiamente utilizzato come mezzo di trasporto delle truppe e per questo motivo noto anche come Skytrain e un aliante Waco, unico nel suo genere in Francia.

Come ogni aliante il Waco decollava al traino di un aereo a motore e generalmente veniva proprio impiegato un Douglas C-47. Erano considerati mezzi “monouso” e in genere venivano abbandonati dopo l’atterraggio.

Una volta sganciati potevano penetrare silenziosamente dietro le linee nemiche sfruttando in questo modo il fattore sorpresa.

Pointe du Hoc

Pointe du Hoc si trova su una scogliera prominente che domina il Canale della Manica ed è un punto elevato tra Utah e Omaha Beach.

Le forze tedesche vi avevano installato una batteria di artiglieria composta da sei cannoni da 155 mm posizionati in fosse di cemento aperte (casematte), questa batteria era in grado di coprire le spiagge che erano state scelte per lo sbarco delle truppe americane: Utah Beach a ovest e Omaha Beach a est.

Consapevoli della minaccia, gli alleati bombardarono la batteria molte volte prima dello sbarco. Ancora oggi si possono vedere i profondi crateri lasciati dalle bombe.

Point du Hoc i crateri
I crateri del bombardamento a Point du Hoc

Per visitare il sito si deve seguire un percorso delimitato che evita di avvicinarsi troppo al bordo della scogliera e di cadere nei crateri erbosi lasciati dalle bombe. Purtroppo in alcuni casi la vegetazione troppo alta impedisce di farsi davvero un’idea delle dimensioni delle buche. Ma ce ne sono così tante che non è difficile immaginare quale inferno sia stato il bombardamento alleato per coloro che si trovavano lì nel 1944.

Pointe du Hoc è famosa anche per l’assalto condotto il 6 giugno 1944 dal 2° Battaglione Ranger degli Stati Uniti nel tentativo di neutralizzare la batteria di artiglieria tedesca. A quei giovani soldati era stato affidato il compito di scalare la scogliera alta 30 metri con scale di corda e rampini per prendere le fortificazioni e disabilitare i cannoni. Anche questo episodio è citato nel film Il giorno più lungo.

Rangers a Point du Hoc 1944
I Rangers e la scogliera che hanno dovuto affrontare sotto il fuoco tedesco

L’accesso a Pointe du Hoc è libero ma dovete tenere conto che i bunker sono visitabili fino alle 17.

Qui è presente il Ranger Monument eretto dai francesi per onorare il secondo battaglione americano Ranger sotto il comando del tenente colonnello James E. Rudder.

Musée du débarquement Utah Beach

Il museo dello sbarco di Utah Beach (Utah Beach Landing Museum) è stato realizzato in un ex bunker tedesco, proprio di fronte alla spiaggia.

Landing museum Utah Beach

Il museo racconta la sequenza degli eventi accaduti in quel tragico giorno, sfruttando mappe, filmati d’epoca e numerosi documenti d’archivio. Qui è presente un vero bombardiere B26.

Riflessioni conclusive del nostro giro delle spiagge dello sbarco

Con Utah Beach si è concluso ii nostro giro delle spiagge dello sbarco in Normandia. Fra pochi mesi sarà l’ottantesimo anniversario di quegli eventi. E’ ancora molto vivida la memoria e la gratitudine per quei giovani che sono sbarcati da oltre oceano e che hanno sacrificato le loro vite per gente che non conoscevano in paesi che non conoscevano.

Anche noi, nel libro delle visitatori del Cimitero Americano, abbiamo scritto il nostro Thank you, sapendo che dobbiamo a quei giovani l’essere nati in un Europa in pace.

Una conquista la pace che non dobbiamo mai dare per scontata come purtroppo gli avvenimenti attuali ci dimostrano.

Ma sulla spiaggia di Utah Beach abbiamo voluto lanciare il nostro messaggio di pace.

Scrical a Utah beach

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