Una Roma insolita, con molte curiosità da vedere
Le cose particolari da vedere a Roma non mancano anche per chi, come noi, è stato già più volte nelle città eterna. Questa è la nostra lista per una visita di quattro giorni, in cui abbiamo girato tranquilli, tranquilli e con una media di una decina di chilometri al giorno. Calcolando che i primi tre giorni di visita della città sono stati più intensi mentre il quarto giorno ci siamo spostati sui Castelli romani e abbiamo quindi viaggiato per lo più in macchina.
Cimitero acattolico di Roma
11.11.2022
La nostra visita di una Roma insolita inizia nel tardo pomeriggio di venerdì. Il cimitero Acattolico si trova nel rione Testaccio, vicino alla Porta San Paolo e a lato della Piramide.
Nasce per il divieto della Chiesa cattolica di seppellire in terra consacrata i non cattolici e quindi i protestanti, ebrei e ortodossi. Divieto che riguardava anche i suicidi e attori. Le inumazioni avvenivano di notte per evitare manifestazioni di fanatismo religioso e per preservare l’incolumità di coloro che partecipavano ai riti funebri. Il cimitero acattolico è pero luogo di sepoltura anche per molti stranieri.
Qui sono sepolti, tra gli altri Antonio Gramsci, August von Goethe figlio di Johann Wolfgang von Goethe, Andrea Camilleri, Miriam Maffai, John Keats
Colle Aventino: il buco della serratura più famoso di Roma
Diverse le cose da vedere in questo tranquillo quartiere romano.
Innanzitutto in piazza dei Cavalieri di Malta al numero 3 del Priorato di Malta è possibile vedere la cupola di San Pietro attraverso il buco della serratura.
La posizione esatta è facile da trovare perché è la dove c’è la fila.
Poco lontano si trova la basilica di Santa Sabina che merita senz’altro una visita e poco distante la chiesa di Sant’Alessio che conserva il pezzo di una scala in legno legata alla storia del santo. Sempre in zona anche il parco del Savello, meglio conosciuto come il Giardino degli aranci. Da qui si può godere una vista incredibile che abbraccia il centro storico di Roma dall’Altare della Patria alla cupola di San Pietro.
Scendendo dall’Aventino è possibile fare una passeggiata verso il Circo Massimo, la Piramide, i Fori e il Colosseo.
Orologio ad acqua
12.11.2022
Iniziamo il nostro percorso dalla passeggiata del Pincio a Villa Borghese. Siamo qui per vedere l’Orologio ad acqua ideato da Padre Giovanni Battista Embriaco nel 1867 per presentarlo all’Esposizione universale di Parigi, dove, curiosamente, non fu mai tolto dal suo imballaggio.
Disposto su un isolotto al centro di un laghetto, si poggia si un basamento in ghisa ed è alto circa quattro metri. E’ noto anche come l’orologio ad acqua del Pincio ed è ancora oggi funzionante grazie alla forza dell’acqua del laghetto.
Poco distante si trova anche la terrazza panoramica del Pincio che si affaccia direttamente su Piazza del Popolo e che offre un’altra superba vista sulla città.
Naturalmente fra le cupole che svettano sui tetti romani vi sarà facile individuare quella del cupolone.
Via Margutta
Alle pendici del monte Pincio, a circa un chilometro dall’Orologio ad acqua, si trova anche la graziosa via Margutta nel rione Campo Marzio. Nota come il quartiere degli stranieri è anche conosciuta per essere un luogo di artisti e gallerie d’arte che anticamente ospitava botteghe artigiane e stalle. Si tratta di una parallela di via del Babuino, la strada che va da piazza del Popolo a piazza di Spagna.
Dopo il film Vacanze Romane degli anni cinquanta diventa anche il luogo di residenza preferito da personaggi famosi, tra cui il regista Federico Fellini, le attrici Giulietta Masina e Anna Magnani, il pittore Giorgio de Chirico.
Dal 1953 via Margutta ospita la manifestazione “Cento Pittori via Margutta” che la trasforma letteralmente in una galleria d’arte a cielo aperto.
Palazzo dei mostri
Proseguiamo per altri 700 metri verso Trinità di Monti. A pochi passi dalla sommità della famosa scalinata si trova Palazzo Zuccari, sicuramente tra le attrazioni più insolite di Roma. La struttura si trova in via Gregoriana al civico 30, è anche conosciuta come la Casa dei mostri o il Palazzo dei mostri. Fu lo stesso Zuccari a volere queste particolari decorazioni che dovevano avere l’effetto d’intimorire il visitatore e di creare un piacevole contrasto con la bellezza del giardino e degli interni della casa.
Oggi il palazzo ospita la Biblioteca Hertziana, ovvero uno dei maggiori centri di studi al mondo sull’arte italiana.
Fontana con palla di cannone
Come abbiamo visto a Roma le curiosità da vedere non mancano. E questa fontana è una di quelle. Sì, perché al centro è stata collocata la palla di cannone che, secondo la leggenda, Cristina di Svezia sparò in direzione di Villa Medici per svegliare il proprietario e invitarlo ad andare a una battuta di caccia.
Teatro Pompeo: assassinio di Giulio Cesare
Passando per Palazzo Montecitorio e Piazza Navona in circa mezz’ora si raggiunge il rione di Parione dove si trova il Teatro Pompeo fatto costruire (tra il 61 e il 55 a.C.) da Gneo Pompeo Magno e che fu il primo teatro di Roma costruito in muratura (theatrum marmoreum).
Del teatro oggi non rimane più nulla, mentre è ancora presente un portico chiamato il Passetto del Biscione che mette in comunicazione Piazza del Biscione con Via di Grottapinta.
Entrare nel passaggio coperto è fare un tuffo in oltre 2000 anni di storia poiché è il luogo dove Bruto uccise Giulio Cesare, ai piedi della sua statua che nel 44 a.C. si trovava proprio in questo passaggio che faceva parte del teatro.
Un’altra particolarità del Passetto è legata all’immagine della Madonna del latte che si trova fra le due porte.
Il detto romano “cerca’ Maria pe’ Roma” che equivale al più noto “cercare un ago in un pagliaio”, deriva proprio dall’estrema difficoltà dei fedeli nel trovare la Madonna del Latte – che si trovava qui prima dell’attuale copia della Madonna della Divina Provvidenza – dato la sua posizione praticamente nascosta all’interno del Passetto.
La fontana delle tartarughe
Dal Teatro Pompeo ci si può avviare verso Piazza Mattei che si trova a circa 500m, per ammirare la Fontana delle Tartarughe progettata nel 1570 dall’architetto Giacomo Della Porta.
Inizialmente i quattro efebi della fontana avrebbero dovuto sospingere dei delfini di bronzo che però non vennero mai installati.
Nel 1658 in occasione del restauro Gianlorenzo Bernini aggiunse le quattro tartarughe che nei secoli ebbero un destino alquanto ramingo poiché furono perse e ritrovate più volte.
Oggi quelle originali sono conservate nei Musei Capitoloni.
La fontana dei libri
Dalla fontana delle tartarughe si può proseguire verso Piazza Navona che si trova a circa 750m.
Ma prima di arrivare nella famosa piazza, se volete vedere una curiosità di Roma, potete fare una deviazione verso via degli Staderari, nome che ricorda gli antichi fabbricanti di stadere e bilance, un tempo esistenti in questa zona.
Ex via dell’Università, qui si trova una fontana dentro una nicchia coronata da un arco a tutto sesto.
Al centro è visibile una testa di cervo (simbolo rionale di S.Eustachio) posta fra quattro libri antichi, due per ciascun lato.
I quattro libri sono collocati su due mensole laterali, naturalmente in onore dell’Università della Sapienza.
Teatro di Marcello
Se si ha ancora un buon passo in 1,4 km dalla fontana dei libri si può raggiungere il Teatro di Marcello iniziato da Giulio Cesare e terminato da Augusto nel 17 a.c..
Ancora oggi si possono notare le tracce delle abitazioni che furono edificate nel XIII secolo sulle rovine del teatro mentre le arcate inferiori erano state trasformate in botteghe di artigiani che furono definitivamente demolite nei primi anni del ‘900.
Qui si trovano anche le tre colonne corinzie, ovvero tutto ciò che rimane del Tempio di Apollo Sosiano che si ergeva qui.
Alle spalle si distingue l’inconfondibile struttura del Tempio Maggiore, la principale sinagoga di Roma.
Colonna Traiana
Dal Teatro di Marcello ci si può spostare verso il Foro di Traiano che si trova a 700m verso l’Altare della Patria.
Sul fusto della colonna, alta 100 piedi romani (29,78 metri senza base e 39,83 con essa), si snoda, a spirale, il lungo rilievo circa 200 metri, con la rappresentazione delle guerre daciche (101-106 d.C.): l’attraversamento del Danubio da parte dell’esercito romano sopra un ponte di barche, battaglie, assedi, costruzioni di accampamenti e così via.
La Colonna costruita in grandi blocchi di marmo lunense, poggia su un basamento a forma di dado su uno zoccolo coronato da una cornice che presenta, agli angoli, quattro aquile che sorreggono festoni.
Mercato Porta Portese
13.11.2022
Il mercato di Porta Portese nasce nell’immediato Dopoguerra, intorno al 1945, come appendice della borsa nera che si teneva a Campo de’ Fiori.
Sulla strada, nell’area stretta tra viale Trastevere e il canile comunale, i romani reduci dalla profonda depressione bellica, iniziarono a vendere le loro cose e a vendere o barattare gli oggetti più strani.
Ancora oggi rimane il mercato non alimentare più famoso e frequentato della domenica mattina romana, meta obbligata se si è alla ricerca di qualcosa di particolare.
A dir la verità noi non abbiamo trovato quello che cercavamo (una vecchia bobina con un po’ di film) ma un paio di cose le abbiamo comunque comprate.
Chiesa di Sant’Ignazio Loyola
In questa chiesa è possibile ammirare i giochi prospettici di Andrea Pozzo artista della fine del seicento. La chiesa si trova tra Via del Corso e il Pantheon.
All’interno della chiesa posizionandosi in un punto indicato sul pavimento si può godere della bellezza della cupola che però… non esiste.
Quello che vedete è infatti una tela prospettica che ne riproduce l’immagine. La maestosa cupola in muratura prevista dal progetto, forse per motivi economici, non venne mai realizzata. Si dice anche che siano stati gli stessi abitanti del luogo a opporsi alla sua costruzione temendo che il grande manufatto in pietra finisse per oscurare il sole.
Mettendosi di fronte al grande specchio inclinato posizionato al centro della navata centrale, si può ammirare l’imponente affresco sul soffitto.
Chiesa di San Luigi dei Francesi
Restiamo in zona Pantheon e Piazza Navona per spostarci con una breve camminata di 500 mt alla Chiesa di San Luigi dei Francesi.
Fra le ricchezze di questa chiesa non bisogna mancare la quinta cappella della navata di sinistra (cappella Contarelli) dove si possono ammirare tre capolavori assoluti del Caravaggio: il Martirio di san Matteo, San Matteo e l’angelo e la Vocazione di san Matteo.
Fermatevi lì e fatevi sopraffare dall’incredibile gioco di luci dei dipinti, dalla loro forza nel farti sentire lì, dove gli eventi rappresentati si stanno svolgendo. I tre dipinti sono dedicati alla storia di Matteo, dalla conversione al martirio.
Piccolo duomo di Milano
Lo sapevate che a Roma esiste un Piccolo Duomo di Milano? Lasciando la Chiesa di San Luigi dei Francesi e attraversando il Ponte di Cavour o il Ponte Umberto I, in circa 800 metri ci si trova sul Lungotevere Prati, dove si trova la Chiesa del Sacro Cuore del Suffraggio, il Piccolo Duomo di Milano, appunto,
Di costruzione relativamente recente, la chiesa risale al 1893, ed è stata realizzata in stile neogotico e spicca, nel cuore della Capitale, a pochi passi dal Palazzo di Giustizia. La facciata bianca ricorda inevitabilmente quella del Duomo milanese. Le guglie, i portali, il rosone, la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio è davvero un gioiello incastonato tra i palazzi del centro di Roma e termina con un esile campanile a pianta ottagonale. L’interno è stupendo e anch’esso ricorda la cattedrale meneghina.
Qui si può concludere con una passeggiata verso Castel Sant’Angelo, via della Conciliazione e Piazza San Pietro. Senza dimenticare qualche foto suggestiva dai ponti che attraversano il Tevere.
Gianicolo
14.11.2022
Altro punto elevato dal quale godere una vista superba della città di Roma. La nostra salita a quello che è considerato l’ottavo colle di Roma, parte da Trastevere e lungo una scalinata ripida siamo in cima. La nostra passeggiata ha l’obiettivo di raggiungere il belvedere per assistere allo sparo del cannone alle 12 in punto.
Ci inoltriamo così lungo i viali del giardino costellato da busti di altrettanti eroi garibaldini per aggiungere il belvedere con la statua equestre di Garibaldi (in restauro al momento della nostra visita).
Dopo aver ammirato ancora una volta Roma dall’alto siamo scesi nella parte sottostante per assistere allo sparo del cannone.
Sparo del cannone
Si tratta di un rito che si tramanda dal 1846 quando Pio IX decise di risolvere una volta per tutte la confusione che si creava con lo scampanio delle chiese romane non sempre accordato su mezzogiorno. Prima del Gianicolo, il cannone ha sparato da Castel Sant’Angelo e da Monte Mario.
Ora il segnale per sparare puntualmente a mezzogiorno viene dato via telefono ma in passato era l’Osservatorio del Collegio Romano a inviare il segnale. Un militare minuto di binocolo controllava una palla in vimini sul tetto della Chiesa di Sant’Ignazio, quando questa veniva fatta cadere lungo un’asta era il momento di dare l’ok allo sparo.
Lo sparo del cannone è il segnale per le campane delle chiese di Roma, così che possano suonare all’unisono a mezzogiorno.
Il fontanone del Gianicolo
Nel nostro scendere verso Trastevere ci fermiamo davanti al “fontanone” del Gianicolo, che è ben visibile da molti punti della città, come una chiazza chiara fra il verde che lo circonda.
Il vero nome è Fontana dell’Acqua Paola, fu voluta da papa Paolo V Borghese (1605-1621), successivamente al ripristino dell’Acquedotto Traiano, da lui stesso promosso nel 1608.
Rione Trastevere
E’ di certo il quartiere più “popolare” e famoso di Roma, e XIII rione della città. E’ anche il più esteso e qui si può camminare senza meta tra i vicoli che offrono chicche a ogni angolo. Il nome significa al di là del Tevere, trovandosi sulla sponda opposta a quella dove si trova Castel Sant’Angelo e il Vaticano e alla quale è collegata attraverso Ponte Sisto.
Trastevere è anche la zona della cucina romana, tra amatriciana, carbonara, gricia, pecorino e porchetta. Dovete solo stare attenti all’uso – per il nostro palato – smodato del pepe, onnipresente in qualsiasi piatto.
Piazza Trilussa
E’ tra le piazze frequentate dai giovani romani è di certo il punto di partenza per inoltrarsi nei vicoli di trastevere. Facile da individuare perché proprio davanti si trova Ponte Sisto e dedicata al famoso poeta in dialetto romanesco.
Busto Mamma Roma
Trastevere ha dedicato un busto ad Anna Magnani indimenticabile attrice romana del cinema neorealista italiano. La scultura è collocato nella nicchia del palazzo di via della Pelliccia 45 ed è corredata da una targa in travertino dedicata ‘A Mamma Roma’.
S. Maria in Trastevere
La Basilica di S.Maria in Trastevere, che sorge sulla omonima piazza, fu probabilmente il primo luogo ufficiale di culto cristiano edificato a Roma e sicuramente il primo dedicato al culto della Vergine. Secondo la leggenda la chiesa fu eretta da S.Giulio I nel 340 sull’oratorio fondato da papa Callisto I nel III secolo, quando il Cristianesimo non si era ancora diffuso, tanto che la chiesa fu chiamata “titulus Calixti” fino al VI secolo, quando poi fu dedicata a Maria.
Un fatto antico e mistico la contraddistingue dalle altre chiese: S.Maria sorge sul luogo dove, nel 38 a.C., dal terreno fuoriuscì uno zampillo di olio minerale, la divina “fons olei“. Un evento che, nei secoli successivi, i cristiani interpretarono come il segno premonitore della venuta di Cristo, l’Unto del Signore (il punto dove sgorgò è ancora indicato su un gradino del presbiterio).
Catacombe San Callisto
Le catacombe sono a loro modo affascinanti. Dopo le Catacombe di Domitilla, visitate in un precedente viaggio, questa volta abbiamo voluto andare alle Catacombe di San Callisto.
Cimitero ufficiale della Chiesa di Roma del III secolo, le catacombe di San Callisto sono fra le più grandi di Roma. Venti chilometri di cunicoli che si snodano su più livelli per una profondità totale di 20 metri.
Nel primo secolo i cristiani di Roma non avevano cimiteri propri. Se possedevano dei terreni, seppellivano là i loro defunti, altrimenti ricorrevano ai cimiteri comuni usati anche dai pagani. E’ così che ebbero origine le catacombe.
Nelle catacombe di San Callisto furono sepolti circa mezzo milione di cristiani, tra cui decine di martiri e sedici pontefici.
Prendono il nome dal diacono San Callisto che, all’inizio del III secolo, fu preposto da Papa Zeffirino all’amministrazione del cimitero.
Cripta dei papi
Qui vi si trova la Cripta dei Papi il luogo più sacro e importante di queste catacombe, chiamato “il piccolo Vaticano” perché vi furono sepolti nove papi e, probabilmente, otto dignitari della Chiesa del 3º secolo. Lungo le pareti sono presenti le iscrizioni originali in greco. Su quattro lapidi, accanto al nome del pontefice è indicato il titolo di “vescovo”, perché il papa era considerato il capo della Chiesa di Roma. Due lapidi riportano anche l’abbreviazione greca di “MPT” (martire).
La cripta di Santa Cecilia
Prende questo nome poiché all’inizio il corpo di Santa Cecilia fu sepolto in questa cripta, dopodiché fu spostato in Trastevere con l’originale della statua che la rappresenta.
All’interno della cripta oggi si può ammirare copia della statua della Santa che raffigura la posizione delle dita a indicare un Dio uno e trino testimoniando così, anche nel momento della morte, la sua fede in Cristo.
Via Appia antica
Concludiamo la nostra giornata con una breve passeggiata sulla via Appia, antica strada romana che collegava Roma a Brundisium (Brindisi), porto tra i più importanti dell’Italia antica, da cui avevano origine le rotte commerciali per la Grecia e l’Oriente.
Considerata dai Romani la regina viarum (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell’epoca in cui fu realizzata (fine IV secolo a.C – III sec. a.C.), una delle più grandi opere d’ingegneria civile del mondo antico per l’enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana.
Ogni parte di Roma è un tuffo nella storia antica, ma qui nell’osservare i solchi lasciati dalle ruote dei carri sulle pietre l’immaginazione prende il soppravento e la via si anima come doveva essere 2300 anni fa.
Castelli romani
15.11.22
Giornata dedicata a una gita fuori porta. Approfittando del nostro accompagnatore auto-munito ci siamo diretti verso il Parco Regionale dei Castelli Romani area che non avevamo ancora visitato.
Affacciati su laghi di origine vulcanica si compongono di quattordici borghi ricchi di ville papali. Ne abbiamo visitati solo alcuni.
Castel Gandolfo
Conosciuto soprattutto per la presenza della residenza estiva dei papi, alla quale fanno corona molte altre residenze estive, ville e villini edificati a partire dal XVII secolo. Il suo territorio include quasi tutto l’arco costiero del lago Albano con vista sul cono vulcanico di Monte Cavo.
Qui è possibile visitare i Giardini e il Palazzo Pontificio, ma non mancate di perdervi nei sui vicoli.
Nemi
Nemi è il borgo più piccolo dei Castelli Romani e si trova al centro dei Colli Albani. Noto per la coltivazione delle fragole sulle sponde del Lago di Nemi, ogni anno, la prima domenica di giugno, si svolge la relativa sagra. Il centro storico è situato in posizione panoramica sull’omonimo lago, celebre per essere stato il luogo del ritrovamento nel 1927-1932 di due navi celebrative romane dell’età dell’imperatore Caligola.
Ariccia
Il borgo sorge su uno sperone roccioso che si affaccia su Vallericcia, l’antico bacino lacustre prosciugato dove si trovano i resti dell’antica Aricia e della Regina Viarum, l’antica Via Appia. Nell’ottocento fu tappa di pittori e letterati in viaggio in Italia che facevano sosta alla Locanda Martorelli, edificio storico famoso all’epoca del Grand Tour che si affaccia su Piazza di Corte, disegnata dal Bernini e che ospita la Chiesa dell’Assunta e Palazzo Chigi.
Ariccia è famosa in tutto il mondo per la sua porchetta IGP, che può essere assaporato tutto l’anno nelle fraschette che si snodano nel centro storico.
Le fraschette
Si tratta di osterie, ricavate per lo più in vecchie cantine, nelle quali vengono serviti abbondanti antipasti a base di olive, salumi, formaggi e, soprattutto, porchetta, seguiti da primi piatti tipici romani. Il tutto, chiaramente, innaffiato dall’immancabile vino.
La particolarità delle fraschette è data dal fatto che sorsero in epoca medievale per consentire ai contadini delle campagne di vendere il proprio vino. Ricavate all’interno dei locali in cui venivano conservate le botti, erano arredate con semplici panche e tavole dove far accomodare gli avventori. Per molto tempo sono state sprovviste di cucina e offrivano solo vino e pane, mentre gli ospiti portavano con sé pietanze preparate in casa.
Oggi le fraschette servono anche cibo. Il menu, però, è rimasto rustico e limitato a un paio di portate: antipasti e primi piatti della tradizione romanesca, quali pasta alla carbonara, all’amatriciana o all’arrabbiata.
Noi abbiamo mangiato da Sora Ines, ma l’impressione è che ci siano molti locali dove si può mangiare bene.
Dato l’abbondanza degli antipasti alcune fraschette offrono anche le mezze porzioni se si volesse assaggiare uno dei piatti di pasta della tradizione romana. Attenzione però, che una mezza porzione qui equivale, a nostro giudizio, a una porzione intera in tutto il resto del mondo.😉 Quindi calibrate bene il livello del vostro appetito.
Frascati
E’ la nostra ultima tappa dei Castelli romani ed è quella che meno assomiglia a un borgo essendo una cittadina di ventiduemila abitanti.
Frascati è rinomata per le sue Ville Tuscolane come Villa Aldobrandini, che ne è la più celebre e simbolo della città castellana.
Altra chicca è il teatro delle acque che parte da villa Torlonia e arriva al belvedere sottostante tra architetture barocche e simmetrie rigorose, di verde, giochi di fontane e piccole cascate. Al momento della nostra visita non era in funzione probabilmente per la stagione invernale.
Frascati è anche una rinomata “città del vino” per la produzione dei vini locali e per il dolce tradizionale della pasticceria romana, il maritozzo dalla forma di panino arrotondato farcito con una quantità indescrivibile di panna montanta.