1 giugno 2019
La nostra nuova stagione musicale freschi freschi di trasferimento in Veneto non è cominciata proprio alla grande.
PFM
canta De André – Anniversary a Schio 18 aprile: siamo sulla strada
e scopro con sgomento che è stato rinviato.
PFM: TVB – The Very
Best Tour a Jesolo 31 maggio: stavolta controllo la rete prima di
partire da casa. Rinviato!
Un due su due inedito nella nostra storia di concerti.
Così quando siamo arrivati davanti al teatro Astra di Schio, sebbene in rete non avessimo trovato notizie di altri reinvii, a rassicurarci che non ci avrebbero dato di nuovo buca è stato orecchiare le prove della band.
Io (Scri) ho sentito per la prima volta De André che ero alle elementari. Avevo intercettato una musicassetta dei miei fratelli ormai adolescenti. Credo fosse Preghiera in Gennaio o il Cantico dei drogati, fatto sta che quella voce sporca, quell’occhio sghembo mi fecero pensare, tradotto con il linguaggio di oggi, “Ma cosa si fumano i miei fratelli!!”.
Ma poi divenni io stessa adolescente. E fu tutt’altra storia.
Avevamo lasciato la PFM con il concerto di Milano nel 2010, che per noi è stata l’ultima volta di Franco Mussida sul palco.
Oggi l’abbiamo incontrata di nuovo con Michele Ascolese, chitarrista di Faber, gli storici PFM Franz di Cioccio e Flavio Premoli tastierista, fra i fondatori della band, Lucio “violino” Fabbri e Patrick Djivas, basso. Con loro sul palco i nuovi componenti della band Roberto Gualdi batteria, Alessandro Scaglione tastiera e voce, Marco Sfogli chitarra elettrica, Alberto Bravin tastiere aggiuntive, chitarra acustica e voce.

Il concerto inizia con Bocca di rosa per proseguire con i pezzi che abbiamo imparato a conoscere, alcuni di noi forse proprio grazie alla PFM con quel doppio album uscito dopo primo Tour del 1979 di cui, appunto, quello attuale celebra il 40esimo anniversario.
Fra i brani riproposti una della mie preferite, Amico Fragile, con un assolo di chitarra in cui, come dice Cal, Marco Sfogli sembra abbia preso in prestito la chitarra a David Gilmour.
Se questo non fosse abbastanza, quando arriva la Buona novella la magia della musica si sposta su un altro livello. Arrangiamenti tutti nuovi in cui la potenza del prog rock si fonde con le parole di De André e se ne distacca, le sottolinea per poi volare altrove.
Di Cioccio interpreta un’intensa L’infanzia di Maria, e dona uno spessore profondo e partecipato ai testi, strappando continui applausi a scena aperta che quasi la band fatica a finire il brano.
E poi Il sogno di Maria, Maria nella bottega del falegname, e non poteva mancare Il Testamento di Tito.

Un consiglio? Chiudete gli occhi, lasciate che il punteggiare degli strumenti vi entri sottopelle. A me ha ricordato quando da giovane, nel buio del mio studio, ascoltavo la musica con le cuffie.
Ecco, chiudete gli occhi e vivete questa esperienza immersiva che la PFM ci offre. Non se ne abbia a male la band. La loro presenza sul palco è ottima ma in quei quattro brani ricchi di variazioni, cambi di ritmo, fraseggi poetici e musicali, ascoltare ad occhi chiusi è vivere un’esperienza personale e unica.
Sulla via del ritorno chiedo a Cal se la PFM si è fatta perdonare per il doppio rinvio di data. “Per Schio sì” Mi risponde senza esitazione, del resto contro una laringite c’è poco da fare.
“E per il tour TVB di Jesolo?”
“Aspettiamo, di ascoltarli durante il concerto.” Mi dice sornione.