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Viaggio in Alaska. Anchorage: un cane, un granchio e salmoni pescati in pausa pranzo (1)

Abbiamo l’intero pomeriggio per visitare la città, forse non tantissimo per vederla al cento per cento, ma speriamo sia abbastanza per farcene un’idea. Risaliamo lungo la vicina E Street, come ci ha indicato Viki, e camminiamo nella tranquillità di questo grigio pomeriggio circondati da villette o piccoli condomini da quartiere residenziale che si alternano a campi da baseball, spazi verdi e scuole. Davanti a noi il profilo della downtown verso la quale siamo diretti e sullo sfondo la perenne presenza della catena montuosa che cinge la città. Il reticolato di strade che si incrociano sempre ad angolo retto risente, nella denominazione, di tutto il pragmatismo americano. Le “street” sono indicate con le lettere dell’alfabeto e le “avenue” con i numeri, con buona pace di poeti, musicisti, scrittori e eroi.
Ci accorgiamo di essere arrivati in centro più che altro per la maggiore densità di costruzioni sulle quali svetta un unico, piccolo, grattacielo in vetro, il Robert B. Atwood Building che con i suoi venti piani e 81 metri è il secondo grattacielo dell’Alaska e ospita gli uffici governativi dello stato. Le strade sono ampie con pochissima gente in giro. Anchorage è la città più grande dell’Alaska e i suoi 280.000 abitanti rappresentano il 40% della popolazione totale dello stato; Juneau, la capitale, ne ha appena 30.000.
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