Dove abbiamo dormito, mangiato e come ci siamo spostati
- Con chi abbiamo volato
- Da dove siamo partiti
- Da Schiphol ad Amsterdam
- Dove abbiamo dormito
- Come ci siamo spostati
- Dove abbiamo mangiato
- Lo street food di Amsterdam
- Come abbiamo passato il Capodanno
- Il libro in olandese
- Cosa vedere ad Amsterdam
I prezzi si riferiscono a gennaio 2007
Con chi abbiamo volato
Abbiamo prenotato il nostro volo con la compagnia aerea olandese Transavia via Internet poco più di un mese prima della partenza. Come accade con le compagnie low cost, prima si prenota più si risparmia. A noi non è ancora capitato di volare a 9 euro come recitano molte pubblicità e in effetti in questo caso abbiamo speso 630 euro per un andata e ritorno per due persone da Orio al Serio a Schiphol, l’aeroporto di Amsterdam.
Avevamo il timore di essere in balia di ritardi dell’ultimo minuto o di dover sgomitare per assicurarci un posto a sedere (Cal aveva sperimentato tutto ciò solo una settimana prima con un’altra compagnia). Invece la Transavia assegna i posti come un normale volo, siamo partiti ed arrivati in perfetto orario ed hanno chiuso un occhio sulla nostra valigia che pesava 3 chili in più del previsto (ma ne avevamo una in due).
Da Schiphol ad Amsterdam
L’aeroporto di Amsterdam è a circa 18 Km. dalla città. Per arrivarci è molto comodo il treno, con la stazione ferroviaria direttamente all’interno dell’aeroporto.
Il biglietto può essere acquistato ai distributori automatici che accettano la carta di credito. Il treno parte ogni mezz’ora il biglietto costa 3,60 €. Una volta arrivati alla Centraal Station, avete nove possibilità su dieci che il posto dove dovete andare sia a due passi.
Se non avete voglia di trascinarvi dietro le valigie potete muovervi in taxi (ma se siete troppo vicini alla stazione possono rifiutarsi di portarvi) altrimenti potete usare il tram. L’ufficio informazioni è sul marciapiede del primo binario, oppure di fronte alla stazione (un po’ alla vostra sinistra uscendo dalla stazione).
Dove abbiamo dormito
All’inizio la nostra ricerca si è orientata, come d’abitudine, agli alberghi. Ci siamo però trovati davanti a un’offerta che oltre al pernottamento non prevedeva la colazione, se non come extra.
Abbiamo allora cercato dei Bed&Breakfast, scelta che si è dimostrata sicuramente felice. Abbiamo prenotato da Maes B&B in Herenstraat, una laterale di Herengracht una delle strade della cerchia dei canali che percorrono la città.
Il B&B è a dieci minuti dalla stazione e ogni punto della città è raggiungibile a piedi. L’ospitalità del B&B gestito da Ken e Vlad (che però non c’erano) è stata molto cordiale. Ogni mattina Jason e il suo collega preparavano la colazione e la cucina era a nostra disposizione nel caso volessimo prepararci un caffé, un tè o avessimo bisogno di uno spuntino.
Il 31 dicembre, inoltre, ci è stato offerta una bottiglia di spumante per festeggiare il capodanno. Siamo stati proprio bene da Maes B&B, ed è anche stata una piacevole occasione per vedere dall’interno le strane case di Amsterdam, strette e lunghe con scale in pratica verticali. Per la camera doppia per cinque giorni con colazione abbiamo pagato 650 euro.
Come ci siamo spostati
Abbiamo usato tutto: tram, autobus, treno e battello. L’unica cosa che non abbiamo provato è la metropolitana. Anzi ci siamo perfino stupiti che ci fosse. Il tram l’abbiamo usato un paio di volte per andare verso la zona dei musei anche se poi siamo tornati a piedi, scoprendo che la distanza non era affatto impossibile. Il biglietto può essere fatto in tram o dall’autista oppure dal bigliettaio nell’ultima carrozza. Ad esempio, il biglietto fino a Waterlooplein costa 1,60 euro.
In autobus siamo andati a Volendam: abbiamo viaggiato con la linea “Arriva” che parte dalla stazione. Con la stazione alle spalle dirigetevi alla vostra sinistra, superate le banchine dei tram e proseguite fino a quelle degli autobus. Anche in questo caso il biglietto lo si acquista dall’autista che vi consiglia anche sulla tariffa più conveniente.
A noi ha suggerito la Familie-dagkaart, un biglietto giornaliero valido fino a 5 persone. Per quaranta minuti di viaggio scarsi, due persone, andata e ritorno, abbiamo pagato 10 euro. Per Utrecht invece abbiamo scelto il treno: andata e ritorno 11,70 euro a testa più 1 euro che non abbiamo ben capito per cosa. Il biglietto lo si acquista al piano terra della stazione all’ufficio Tickets&Service. Fate attenzione che può esserci coda. I distributori automatici non accettano la carta di credito nè contanti ma solo il bancomat con il circuito Maestro.
Anche in questo caso il viaggio è durato circa mezz’ora. Infine, abbiamo naturalmente fatto il tradizionale giro tra i canali. Un’ora di navigazione con la Lovers, audio guida in italiano, per 9 euro a testa.
Dove abbiamo mangiato
Bisogna dire che la cosa più difficile ad Amsterdam è mangiare olandese. La città è ricca di ristoranti delle più svariate nazionalità, ma trovare cibo tradizionale non è così facile. Vien da pensare che sia un segnale ben preciso.
Ma ScriCal è testarda e qui di seguito i risultati. Inoltre, se vi siete abituati, come noi, ai locali senza fumo avrete qualche disagio: pochi i locali con la zona non fumatori e una generale non attenzione al problema. Tornare a mangiare con la puzza di fumo sotto al naso è stata una brutta esperienza. Un’altra cosa ancora: se chiedete il pane vi addebitano 1,50 euro. La mancia se l’aspettano ma non è così d’obbligo degli Stati Uniti.
Oud Holland, Nieuwezijdsvoorburgwal 105
Due birre Amstel medie, 1 bistecca olandese (Hollandse biefstuck) con insalata, legumi, patate fritte, 1 mezzo pollo (Halve kip), con insalata, legumi, patate fritte e salsa di mele tot. 36,50.
I contorni sono già previsti a seconda del tipo di piatto che scegliete. E’ il primo locale che abbiamo trovato poco lontano dal B&B. Poiché erano già le due e temevamo di non trovare più nulla di aperto, mentre invece il ristorante apre a mezzogiorno e va avanti senza sosta fino alle dieci di sera. Aveva la veranda che dava sulla strada così, memori dei nostri pranzi su Times Square abbiamo scelto un tavolo da dove poter avere il nostro primo sguardo sulla città. Il cibo non è stato nulla di eccezionale, senza infamia né gloria.
Haesje Claes, Spuistraat 275, tf. 020- 6249998, www.haesjeclaes.nl.
Assolutamente il miglior posto dove abbiamo mangiato. Ci siamo andati due volte, e quasi rischiavamo la terza. Il migliore anche per il rapporto qualità /prezzo.
Se potete prenotate, altrimenti rischiate di attendere un po’. La prima volta abbiamo provato un antipasto di Zoute Haring, aringa affumicata con cipolla, poi 2 filetti di salmone in salsa d’aragosta (il salmone è Zalm in olandese), 4 birre rosse Amstel Bock, ottime e con la giusta dose di amaro. Infine due caffé in stile olandese (abbiamo sempre specificato: no espresso). Totale di 55,45 euro.
La seconda volta come antipasto abbiamo provato l’aringa con sott’aceti e salsa cocktail, anche questa molto buona. Abbiamo ordinato ancora il salmone, perchè ci era proprio piaciuto e provato un un filetto di nasello con salsa in agro dolce. Ottimo anche questo. Il tutto accompagnato dalle solite 4 Amstel Bock rosse. Per un totale di 48,10 euro.
L’atmosfera è molto tranquilla, i giovani camerieri, probabilmente studenti della vicina università, sono molto gentili ed è quindi un piacere lasciare loro la mancia pensando così di contribuire alla loro formazione.
De Rozenboom, Rozenboomsteeg 6.
Nella nostra disperata ricerca di cucina locale siamo finiti in questo piccolo locale che si sviluppa su tre piani ed ha tre tavoli per piano, o giù di lì. Qui tutto è fritto. Abbiamo ordinato un Schlof Picasso solo perché della descrizione non c’era l’indicazione di fritto e ci è arrivata una bella sogliola, impanata e… fritta, accompagnata da pera, banana e pesca (anch’esse fritte), carote al vapore e patate fritte. Abbiamo aggiunto due birre bionde medie molto anonime e il solito pane per un totale di 38 euro. Da dimenticare.
The Old Bell, Rembrandtplein 46
Onesto pub stile inglese che serve un buon fish e chips con insalata a 8.50 euro. Abbiamo aggiunto due birre rosse Affligem, dal gusto molto intenso. Buone. In totale abbiamo speso 25.60.
In realtà avevamo deciso di bere solo un caffé con una fetta di dolce per pranzo, ma ScriCal è golosa e davanti alla scritta Fish&Chips, non ha resistito.
Winkel-Sinkel, Oude Gracht, 158, Utrecht
Anche ad Utrecht volevamo mangiare olandese. Abbiamo chiesto alla cassiera del museo che abbiamo visitato che si è trovata in imbarazzo perché, come ristorante olandese, non le veniva in mente proprio nulla.
Poi ci ha indirizzato in questo locale, dagli spazi ampi, l’arredamento particolare e così olandese che il menu è solo nella loro lingua. Non siamo riusciti a mangiare pesce ci siamo quindi orientati sulla carne. Abbiamo preso un Runderribeye e un Wokshotel met ossenhaas. Cosa sono? Non ne abbiamo la più pallida idea. Vi basti sapere che era molto buono. Con le solite 2 birre abbiamo speso 42.10 euro.
(*) Le note ai ristoranti sono personali di ScriCal e non hanno nessun valore di suggerimento o di critica per i locali dove abbiamo mangiato. Riguardano la nostra esperienza e non vogliono essere un giudizio sui locali citati.
Aringa: lo street food di Amsterdam
Se l’hot dog è lo street-food d’eccellenza negli Stati Uniti, l’aringa lo è ad Amsterdam. In molti punti della città potete trovare dei “baracchini” dove acquistare l’aringa. Gli olandesi la mangiano affumicata in un letto di cipolla tagliata finemente.
Avendo già provato la versione con cipolla abbiamo optato per l’aringa cotta tagliata a pezzi, una in salsa di mostarda e una con crema, con pane nero. Provatela perché è davvero buona. Per due aringhe e una coca abbiamo speso 12 euro.
Gli olandesi pazzi per i botti di Capodanno
Capodanno è sacro per gli olandesi, o almeno per gli abitanti di Amsterdam. L’idea era di cenare su un battello come già avevamo fatto sul lago di Lucerna. Ma ben poco funziona il 31 dicembre: i battelli sono fermi, molti ristoranti sono chiusi e i fuochi d’artificio sono lasciati all’iniziativa privata. E di iniziativa gli abitanti di Amsterdam ne hanno parecchia.
Il punto di ritrovo per il capodanno è piazza Dam. Abbiamo mangiato alla meno peggio in un ristorante argentino lì vicino (affogati nel fumo) e abbiamo atteso la mezzanotte in piazza Dam sotto scrosci d’acqua che andavano e venivano. La cosa più ardua è stato il tornare a casa, evitando i mille botti che continuavano a scoppiare da tutte le parti sui marciapiedi.
Su un ponte nei pressi del B&B, avevano addirittura dato fuoco a un divano. Il giorno dopo i marciapiedi e le strade erano un unico tappetto dei rifiuti dei contenitori dei botti.
Noi abbiamo concluso il nostro capodanno con un bagno caldo, pigramente adagiati nella vasca della nostra stanza a sorseggiare l’ultimo spumante.
Il libro in olandese
Siamo tornati alla tradizione di acquistare un libro in lingua però usato. Al mercato di Waterlooplein abbiamo trovato una bancarella di libri di seconda, terza, anche quarta mano. Dopo un’attenta cernita, dove l’attenzione era posta più che altro sul tentativo di distillare una scintilla di comprensione da questa lingua (conoscere il tedesco aiuta, ma non così tanto), siamo incappati in un libro con una dedica e la data: nov. 1952.
Il libro è di Louis Aragon e si intitola: Van Dwang en Vrijheid. E’ la traduzione in olandese dell’originale: Servitude et Grandeur des Français. Scènes des années terribles. Abbiamo pagato il libro 1 euro e una volta a casa abbiamo scoperto che sul mercato dell’antiquariato vale, oggi, 15 euro.