Capodanno a Monaco (München) – New Year’s Eve in Munich
Passare il capodanno a Monaco, la terza città della Germania con oltre un milione di abitanti, è fare un tuffo nella storia dal medioevo fino alla storia contemporanea. Qui nel 1923 avvenne il fallito Putsch di Hitler per rovesciare il governo in carica. Dieci anni dopo Monaco diventerà la roccaforte del nazismo. Le tracce del recente passato sono ancora numerose e presso l’ufficio informazioni di Marienplatz si può prenotare una visita guidata che si snoda tra i luoghi del nazismo sparsi ovunque in città. Presso lo stesso ufficio è anche possibile prenotare una vista alla vicina Dachau dove nel 1933 fu costruito il primo campo di concentramento in Germania. Tra le città guida dell’economia tedesca, Monaco definiva sé stessa, ai tempi della guerra fredda, “la capitale segreta” tanto poco era amata Bonn come capitale della nazione.
La città e la Baviera esercitano il loro fascino soprattutto per la grande tradizione legata alla birra. Tradizione più popolare del ricco patrimonio di residenze reali e musei, ma in grado di esercitare una forte attrazione fra wϋrstel e boccali di birra da un litro che vengono portati in giro dai camerieri dell’HB apparentemente senza alcuna fatica anche se si ritrovano con cinque sei litri per mano ai quali vanno aggiunti il peso degli stessi boccali dal vetro spesso.
Capodanno a Monaco? Invasione italica
Il capodanno a Monaco non è una meta tipica di ScriCal che per i suoi capodanni va alla ricerca di luoghi meno frastornanti come il Lago di Costanza l’anno scorso.
Certo è che non abbiamo mai visto così tanti italiani fuori dall’Italia come durante il capodanno a Monaco; la città ne era praticamente invasa, gruppi di ventenni, famigliole con relativa prole, coppie di tutte le età, gruppi in vacanza. La città è meta di assalto anche per altri visitatori europei e quindi se cercate luogo non battuto dai turisti per il capodanno, Monaco non fa per voi. Per noi si è trattato di una seconda visita, ci siamo quindi concessi il lusso di perderci tra le bancarelle del Viktualienmarkt, di farci catturare dalle anime inquiete rappresentate nelle sculture e fregi che abbondano nella Altstadt.
30 dicembre, partenza e arrivo
Siamo arrivati per il cappodanno Monaco alle 15 dopo circa cinque ore di viaggio. Pur partendo da Milano, abbiamo scelto di passare per il Brennero per evitare i 31 € di bollino della Svizzera. A conti fatti però non c’è convenienza perché sebbene attraversare l’Austria costi in totale 23 euro (vignette per 10 giorni e A/R Europabrücke) occorre mettere in conto il tratto autostradale più lungo il cui costo vanifica ogni tentativo di risparmio.
In ogni caso ogni tanto valicare il confine senza utilizzare l’ormai abituale passaggio svizzero costituisce un diversivo. Anche se occorre dire che dopo lo smantellamento delle dogane ci si accorge di aver cambiato nazione solo perché cambia la lingua nei cartelli stradali o perché cambia il colore di sfondo o il carattere con cui sono scritti.
A caccia della cena per il capodanno tra Marienplatz e Nuehauser Strasse
Il pomeriggio l’abbiamo trascorso alla ricerca di un posto dove prenotare un tavolo per la sera del 31 che non avesse un menù particolare per l’ultimo dell’anno. E’ stata una ricerca del tutto infruttuosa i molti locali e birrerie dove abbiamo chiesto o erano già completamente prenotati o non accettavano prenotazioni invitandoci a passare la sera successiva per vedere se ci fosse qualcosa di libero.
La ricerca è stato anche un modo per fare un primo giro nella città vecchia di cui abbiamo toccato tutti i punti principali, da Marienplatz, alla Residenz e lungo la Neuhauser Strasse, la famosa via dello shopping di Monaco con numerosi edifici del XIX secolo e negozi con il giro d’affari più grande di tutta al Germania. E c’è da crederci visto il susseguirsi ininterrotto di negozi da entrambi i lati della strada affollata di gente. Tutta la zona della città vecchia è zona pedonale fin dal 1972, anno in cui si svolsero qui i giochi olimpici.
Per il nostro capodanno a Monaco abbiamo trovato la neve con una temperatura uguale a quella di casa, qualche grado sotto lo zero la notte e un paio di gradi sopra lo zero durate il giorno. Negli due ultimi giorni ci sono state delle brevi nevicate.
Cena all’Augustiner am Dom
Per la nostra prima cena abbiamo provato l’HB, la Hofbräuhaus dalla quale però siamo fuggiti per il chiasso e l’affollamento. Ci siamo quindi diretti verso l’Augustiner am Dom, anch’esso affollato come tutti i locali in queste giornate, ma non ci siamo fatti demoralizzare dalla sala al piano terra stracolma di gente e neppure dal primo piano ancora pieno, abbiamo proseguito fino al secondo piano in cui siamo riusciti a trovare un tavolo in un ambiente abbastanza tranquillo.
Abbiamo cenato con due zuppe: Leberknödel Suppe e Brokkolicremesuppe entrambe a 4,90. La prima era una polpetta in brodo, la seconda una crema di broccoli entrambe buone. Di seguito abbiamo ordinato Kälberne Fleischpflanzerl Augustiner Bierkutscher Art con Kartoffelnsalat che a noi piace molto a 10.90. Si tratta di due polpette squadrate con carne tritata molto fine e insaporite da una salsa alla birra. Molto buone. Abbiamo innaffiato il tutto con due birre rosse e concluso con un Preiselbeerpfannkuchen (6.60), una crêpe farcita di marmellata accompagnata da panna acida che prese singolarmente non dicono un granché ma che si esaltano se mangiate insieme.
31 dicembre, Giro nella Altstadt
Passiamo la mattinata a visitare il centro città, oltrepassiamo la Sendlinger Tor e ci immettiamo nell’omonima strada sulla quale si affaccia la Asamkirche dallo stile barocco alla quale dedichiamo una rapida visita dato che il barocco non incontra esattamente i nostri gusti. Lungo questa strada si arriva a Marienplatz con la Neues Rathaus, colpo d’occhio che rappresenta la città unito ai due campanili con tetto a cipolla della Frauenkirchen poco lontano. Alle 11 e alle 12 l’orologio della torre, il quarto per dimensioni in Europa, che contiene il carillon (Glockenspiel) e offre il concerto delle sue 43 campane che accompagnano la danza delle 32 statuine che si trovano nelle loggie al di sotto dell’orologio.
Il primo gruppo di statue mostrano una giostra cavalleresca, il secondo gruppo rappresenta la danza dei bottai. In Marienplatz si trova anche la Fontana del pesce (Fischbrunnen).
Il duomo di Monaco, la Frauenkirchen è a pochi passi da Marienplatz, i due campanili gemelli sono un’icona della città tanto che una legge locale vieta la costruzione di qualsiasi edificio che ne ostacoli la vista. Sebbene in stile gotico a noi più congeniale dedichiamo poco tempo anche al duomo.
Vogliamo andare al Viktualienmarkt che da duecento anni si tiene tutti i giorni feriali e dato che oggi è l’unico giorno non festivo per noi non vogliamo perdere l’occasione. Al mercato è possibile acquistare frutta, verdura nelle bancarelle, carne nelle minuscole macellerie l’una in fila all’altra che espongono una varietà inimmaginabile di wuerstel.
I Weisswürst (salsicce bianche) sono tipici di Monaco. In questo mercato è anche possibile trovare ogni genere di frutta esotica non certo a buon prezzo. Ci perdiamo fra le bancarelle a fotografare l’intensità dei verdi e dei gialli dei peperoni, il rosso vivo del peperoncino e un insieme di verdure e radici a noi del tutto sconosciute.
La sosta obbligata all’HB
Per il pranzo scegliamo l’HB, l’Hofbräuhaus dal quale ieri sera siamo scappati per la ressa che non manca anche all’ora di pranzo.
Del resto qui ogni giorno vengono versati nei boccali 10.000 litri di birra. L’HB è l’antica locanda che faceva parte della Reale fabbrica della birra fondata da Guglielmo V nel 1589, a testimonianza che la cultura della birra bavarese viene da molto lontano. Al piano terra c’è un vasto salone chiamato Schwemme arredato con lunghe tavolate e che può contenere fino a mille persone. Un angolo è dedicato ad una orchestrina che suona musica popolare spesso sovrastata dal rumoroso vociare dei commensali.
La Schwemme è strapiena quando entriamo noi, sappiano che ai piani superiori ci sono altre sale più piccole chiamate Trinkstuebe e saliamo per trovare un po’ di tranquillità. L’atmosfera che troviamo qui è completamente diversa, un fio di musica classica, un sussurrare leggero dei pochi commensali seduti molto composti ai loro tavoli.
Decidiamo per il chiassoso salone al piano terra nel quale pazientemente cerchiamo di individuare chi ha piatti sporchi e boccali vuoti davanti in modo da accaparrarci i posti appena vengono lasciati liberi. E’ l’unico modo per riuscire a sedersi dividendo i lunghi tavoli con molti altri. Prendiamo due Bockwuerst con Kartoffelnsalat a 5,90, due Hofbräu Dunkel, birre scure da mezzo litro a 3,45 – evitando ovviamente il boccale da un litro – e ci lasciamo contagiare dalla vitalità caotica dell’HB in cui la birra scioglie le risate in frastornanti echi che rimbalzano di tavolo in tavolo, sostenuti dalle note dell’orchestrina locale.
Sylvester, la sera di capodanno a Monaco
Usciamo dalla pensione alle otto passate. Dobbiamo cercare un posto dove cenare visto che non siamo riusciti a prenotare da nessuna parte. Nel caso di un insuccesso il piano B è già pronto; sulla Tal c’è un Kentucky Fried Chicken dove abbiamo deciso di andare evitando, naturalmente, qualsiasi pizzeria o ristorante italiano perché il nostro imperativo ci impone di non mangiare mai italiano quando siamo all’estero. La scelta è caduta sul KFC proprio perché questo fast food del pollo non è presente in Italia.
Dopo aver girato qualche locale la fortuna ci assiste, entriamo Zum Dürnbräu nella zona del Viktualienmarkt e una signora in costume tradizionale allontana da noi lo spettro del KFC e con una breve attesa ci trova due posti a sedere su un tavolo da sei persone già occupato da quattro italiani. Vogliamo evitare il maiale e scegliamo due Wiener Schnitzel di vitello con patate al forno accompagnate da due Optimator, birre scure forti e meravigliosamente amare.
Ordiniamo in tedesco e così quando poco dopo veniamo in soccorso dei nostri vicini di tavolo per le loro ordinazioni, si stupiscono del fatto che siamo italiani; sentendoci parlare in tedesco pensavano fossimo tedeschi.
Anche loro confermano che la città è piena di nostri connazionali. Dopo aver ben mangiato e meglio bevuto usciamo dal locale, che ci nega un gelato perché la cucina è ormai chiusa, e poco dopo le 23 ci dirigiamo verso Marienplatz dove abbiamo deciso di festeggiare il nuovo anno con la bottiglia di prosecco che abbiamo nello zaino. Sappiamo che i tedeschi amano sparare i botti, in genere le città non organizzano nulla, sono i privati cittadini a prodigarsi per rallegrare la notte di San Silvestro.
Così è stato due anni fa a Norimberga, così è per questo capodanno a Monaco. Fin dalle nove di sera, quando siamo arrivati, il centro è stato bombardato dagli scoppi dei fuochi d’artificio. Una tendenza che è andata via via aumentando fino ad esplodere in un caleidoscopio di fuochi quando a mezzanotte la piazza è letteralmente impazzita.
La quantità di botti è stata tale che una cappa di fumo ha oscurato la Neues Rathaus. Dopo aver brindato al nuovo anno ci siamo diretti verso l’Opera e la Odeonplatz in un continuo scoppio di fuochi e con un piccolo fuoco acceso proprio nella piazza pavimentata dai resti dei botti, bottiglie di spumante, cocci di vetro.
01 gennaio, TierPark Hellabrunn
Ci svegliamo con calma in una città che è ancora profondamente addormentata. Al centro informazioni ci siamo fatti dare la lista dei luoghi aperti oggi. Contrariamente alle aspettative ci sono parecchi musei aperti ma non quello che interessa a noi, il Deutsches Museum. Optiamo quindi per il Tierpark Hellabrunn, il famoso zoo di Monaco a un paio di fermate di U-Bahn dalla nostra pensione. Fondato nel 1911, è considerato lo zoo più bello del mondo per l’attenzione con la quale sono ricostruiti gli ambienti naturali. Suddiviso per continente si è specializzato nel tentativo di far riprodurre specie in pericolo di estinzione.
Qui si può vedere la gazzella Mhorr che non esiste più allo stato brado. Ci ha intristito vedere leoni, leopardi, rinoceronti costretti in piccoli spazi interni – non essendo animali abituati al freddo – dopo che li avevamo visto in libertà al Kruger Park in Sudafrica. Anche le scimmie e gli oranghi si riparano nelle gabbie interne per l’inverno che ci sono sembrate grandi meno della metà delle dimensioni dello spazio all’esterno.
Più attivi gli animali che non avendo problemi con il freddo potevano disporre degli ampi spazi esterni come i Kiang, gli asini selvatici tibetani, o la capra di montagna che avevamo visto saltare sui versanti a strapiombo delle montagne dell’Alaska.
In letargo gli orsi bruno, in piena attività quelli bianchi e le foche che si divertivano a schizzare d’acqua i visitatori, saltando fuori dall’acqua e lasciandosi cadere di peso. Nonostante i tentativi di dare delle condizioni di vita ottimali, lo zoo come idea è di per sé triste. Forse l’unica consolazione è che molti animali sono nati qui e questa è l’unica vita che hanno conosciuto. Anzi allo strato brado probabilmente non resisterebbero a lungo.
La cena al Nümberger Bratwurst Glöckl am Dom
La sera abbiamo cenato Nümberger Bratwurst Glöckl am Dom, locale accanto all’Augustiner dove abbiamo provato un pasticcio di fegato e carne (Ofenfrischer Mϋncherner Leberkas mit Kartoffelnsalat – Gurkensalat, 8,30€) e un arrosto con patate al forno (Ochsenfleish mit Wurzelgemϋse, Meerretlich und Röstkartoffeln, 13,90€) il tutto accompagnato da due birre scure Augustiner Dunkel (3,90€).
Il servizio non è stato dei migliori, forse i camerieri erano reduci dalla ressa della sera di Capodanno, fatto sta che avevano lasciato a casa il normale livello di gentilezza che ci si aspetta in un locale. Qui, come in altri posti non è difficile trovare qualcuno che parli italiano e ovunque i menu sono scritti anche nella nostra lingua, per la pace di coloro che non se la cavano con il tedesco o l’inglese.
E’ chiaramente anche questo un segno dell’affollamento di italiani che invadono queste zone. In questa occasione non abbiamo dovuto condividere il tavolo con nessuno. Abbiamo concluso la serata alla pista di pattinaggio in Karlsplatz al termine della Neuhauser Strasse, la via dello shopping. Lì ci siamo scaldati con il Glϋhwein, il classico vino caldo che da noi è conosciuto come Vin Brulé.
02 gennaio, Deutsches Museum
Mattinata dedicata al Deutsches Museum, museo della scienza e della tecnica tra i più antichi del mondo fondato nel 1903 e con 1 milione e 300 mila visitatori all’anno. Il museo si trova su una piccola isola al centro dell’Isar, il fiume che attraversa Monaco.
Siamo arrivati alle 10.30, mezz’ora dopo l’apertura e già la coda si era allungata per tutta la piazzetta interna difronte all’ingresso. Due ore dopo la coda usciva dalla piazza e si allungava sul ponte che conduce al museo. Se pensate a una tranquilla mattina in un museo siete lontanissimi dalla realtà.
Abbiamo scarpinato per i sei piani del museo per più di cinque ore visitando la ricostruzione della storia delle miniere, la storia dell’areonautica con molti, grandi pezzi originali tra i quali un F104 e dei Junkers con la tipica lamiera ondulata e Messersmith ME109 BF, caccia della Luftwaffe nella seconda guerra mondiale e il primo caccia a reazione Messersmith ME262, la V1 tra i primi razzi a lunga gittata. Altre aree sono dedicate alla matematica, fisica, tecnologia delle comunicazioni, informatica, storia della marina, dell’astronomia e una sezione dedicata alle nanotecnologie. Quando l’abbiamo visitato noi non era aperto il planetario.
Cinquanta sezioni con un percorso che al suo completo copre 17 chilometri fanno si che i piedi dopo qualche ora cominciano a lamentarsi. Lungo tutto il museo sono dislocate delle macchine per il massaggio ai piedi o delle poltrone massaggianti per trovare un po’ di sollievo dalla lunga camminata. Non siamo riusciti ad avvalercene perché erano costantemente prese d’assalto. Ne siamo usciti alle 15.30 con un estremo bisogno di riposare qualche minuto nel nostro letto prima di affrontare la seconda prova della giornata: un’ora di pattinaggio alla pista di Karlsplatz.
Siamo arrivati alla pista alle cinque e mezza del pomeriggio e l’abbiamo trovata affollata come non mai, abbiamo allora approfittato della bella abitudine dei paesi del nord di mangiare a qualunque ora del giorno e siamo andati a cena allo Spatenhaus an der Oper le cui finestre danno sul Teatro Nazionale (Nationaltheater) in Max Joseph Platz. Al termine siamo tornati alla pista di pattinaggio per un’ora di tentativi sul ghiaccio, chiudendo la serata con un meritato Glühwein.
03 gennaio, il ritorno
La mattina della partenza abbiamo fatto una sosta all’Olympia Park, il villaggio olimpico realizzato per le tristi olimpiadi del 1972. Abbiamo poi ripreso la strada per l’Austria con una breve sosta per il pranzo a Innsbruck dove, a differenza di Monaco, il freddo era davvero pungente.
Dove abbiamo dormito
Per il nostro soggiorno a Monaco abbiamo scelto la Pensione Haydn. La soluzione della pensione è una via di mezzo tra l’albergo e il B&B che, come ogni via di mezzo non soddisfa il servizio di un albergo e neppure il clima familiare e la disponibilità di una cucina dove potersi fare un caffè o un tè, tipico del B&B.
La pensione in sé non è male (potete trovare commenti positivi in Tripadvisor) ma non è la nostra soluzione. Abbiamo speso 89 € per la stanza e 7 € al giorno per il parcheggio dato che la strada su cui si affaccia, comunque silenziosa, ha solo parcheggio a pagamento. La città vecchia è raggiungibile con una camminata di un quarto d’ora o con due fermate di U-Bahn per i più pigri. Anche la sede dell’Oktoberfest è a qualche minuto da qui.
Visiting Munich
Visiting Munich. As usual we went abroad for New Year’s Eve. This time we choose Munich which is 5 hours by car far from Milan. When we arrived we had a shock as we really never found so many Italians outside our country. Well, infact too many!.
Anyway we spent a classic 3 days in the city famous for the Oktober Fest and for the ancient brewery like the Hofbräuhaus. We went around the city center: Marinenplatz, the Frauenkirchen, Neues Rathaus and the nice and colorful Viktualienmarkt where, among other things, you can see any kind of sausages (many of them look very strange 🙂 ) .
We spent the New Year’s Eve in Marienplatz as we know that German people really got crazy for blowing up fireworks. As usual there isn’t a fireworks show organized by the municipality, all is done by the people.
The day after, and really the city looked in that way, we went to the city Zoo, the Tierpark Hellabrunn, and the next day we spent the full day at Deutsches Museum. Photo gallery is above, here there are our videos