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54
Wu Ming

54
Wu Ming
Einaudi Tascabili, Torino, 2002
pag. 673
Prezzo: 15

Un'altra storia dagli autori di Q. In quel caso celati sotto il nome di Luther Bisset, in questo sotto quello di Wu Ming che in cinese mandarino significa "anonimo". Davvero un bel libro, che ti aggancia alla storia, o meglio, alle storie dei suoi molti protagonisti che finiscono per intrecciarsi per un motivo o per l'altro. Sullo sfondo l'anno 1954 e i suoi accadimenti, dal delitto di Wilma Montesi, a Trieste che ritorna italiana. Avvenimenti che entrano nel bar Aurora di Bologna, tra una partita a carte, una giocata alla Sisal e le palle che rotolano sul biliardo. Avvenimenti che si incrociano con le attività di Lucky Luciano e Steve "Cemento", con l'incontro di Cary Grant con Tito. Paralleli o mischiati ad essi avvenimenti più "locali" di ballerini di filuzzi, di ex partigiani, in un intreccio di personaggi e storie che tiene ben accesa e vivida la fiamma della curiosità. E' un esempio di cosa intendevo dire quando - parlando de Il Codice da Vinci - dicevo che le cose venivano troppo svelate dall'autore. In 54 nessuno spiega niente, nella lettura si mettono insieme pezzi di storia, particolari di un'altra, dettagli che finiscono per darti il quadro della situazione. E appena ce l'hai inutile cercare conferme nel testo, puoi solo andare avanti nella lettura per vedere come va a finire.
Se questo libro è stato scritto a più mani, il lavoro di editing è stato grandioso perché non c'è alcuna discrepanza stilistica e sembra proprio il parto di un'unica allucinata mente.
Un'unica aspetto negativo. Nel testo compaiono delle vere e proprie bestemmie. Forse con l'intento di rafforzare il realismo della vicenda, ma che invece risultano un di più di cui non si sente il bisogno.

by Scri

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