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    Spunti per un weekend a Berlino (15-16/11/2003)

Premessa

  
Scri ed io eravamo già stati a Berlino un paio di anni prima quindi per il nostro weekend (nemmeno "lungo" visto che abbiamo passato giusto 48 ore insieme nella capitale tedesca) abbiamo deciso di non rifare quanto già sperimentato precedentemente ma di cercare qualcosa di alternativo. In questi "spunti di viaggio" tralasceremo quindi le mete "primarie" del turista descrivendo le (purtroppo poche) altre che abbiamo raggiunto.


Come muoversi a Berlino

La città è molto ben organizzata per chi si muove con il trasporto pubblico. Tram, autobus e soprattutto l'onnipresente metropolitana permettono di raggiungere ogni destinazione di interesse. Il biglietto per i mezzi (unico per tutte le tipologie di mezzi) si acquista direttamente ai distributori automatici (presenti, tra l'altro, in tutte le stazioni della metro) o nei chioschi della BVG (pronuncia be-fau-ghè, l'ente gestore del trasporto pubblico - l'unico che abbiamo incontrato é al terminal Zoologischer Garten). Se, come ogni buon turista, volete passare il massimo del vostro tempo in giro é conveniente il biglietto giornaliero ("
Tageskarte"), che con € 5,60 vi permette di circolare per 24 ore all'interno zone A e B, su ogni mezzo. Deve essere timbrato con le apposite macchinette al primo utilizzo, poi è sufficiente mostrarlo su richiesta.
Le zone di Berlino (dal punto di vista del trasporto pubblico) sono 3: A, B e C. Le prime due (A e B) coprono ampiamente le aree turistiche. L'aeroporto di Tegel (nell'area B) non è raggiunto da metropolitana ma una serie di comodissimi autobus portano in diverse zone della città. Scri ed io avevamo l'hotel nei pressi del Giardino Zoologico ("Zoologischer Garten") che in 15/20 minuti si raggiunge dall'aeroporto con il 109.
 La
metropolitana è divisa in due "famiglie": U-Bahn (stazioni con simbolo "U" in campo blu) e S-Bahn (stazioni con simbolo "S" in campo verde), ognuna con diverse linee in servizio tra loro distinte con colori e numeri. Bene, differenze tra le due famiglie ovviamente ci sono e ci saranno ma ... niente che possa interessare il turista. Entrambe sono coperte dal biglietto che si acquista senza problema alcuno: basta solo scegliere la più vicina e comoda.
La tratta che va dall'area del Giardino Zoologico all'Isola dei Musei (ex settore est della città e comunque la Berlino storica) è coperta anche da un servizio di bus a due piani, ottima combinazione tra l'utile e il dilettevole: portano a destinazione offrendo nel contempo una gita panoramica delle principali zone interessanti (autobus 100 e 200, con percorsi molto simili). Come su tutti i mezzi pubblici, anche qui un altoparlante e un display in cabina scandiscono puntualmente le varie fermate.


Un piccolo tour, per iniziare

Il numero 100 dal terminal dello Zoo entra nel Tiergarten Mitte (il parco centrale di Berlino) arrivando ben presto am Grosser Stern, una rotonda con al centro la Siegessaeule (colonna della vittoria) e la famosa statua dell'angelo (ricordate il film "Il cielo sopra Berlino"?), visitabile anche all'interno. Da lì si costeggia lo Schloss Bellevue (castello Bellevue) e subito dopo la Haus der Kulturen der Welt (casa delle culture del mondo). Subito dopo compare il Bundestag (parlamento federale), con l'avvenieristica cupola trasparente sul palazzo che ospitava il vecchio Reichstag. Si attraversa idealmente il "muro" (sul selciato è riportata la traccia del suo percorso) e sfiorando la Brandenburger Tor (porta di Brandeburgo) si è su Unter den Linden (letteralmente "Sotto ai Tigli"), il viale principale della Berlino d'epoca. Il tragitto prosegue poi in direzione di Alexander Platz e l'alta Fernsehturm (torre della televisione), con il capolinea poco dopo.


Nella Berlino d'epoca

Turisticamente la ex-parte est della città comprende le mete più valide, soprattutto per quanto riguarda una visita-lampo come la nostra.
Da Alexander Platz lo sguardo cade subito sulla Fernsehturm, nata durante la divisione della città su moto di orgoglio dell'est che voleva dare una visibile prova all'ovest delle proprie capacità di architettura moderna. In effetti la torre è un ottimo punto di riferimento visuale da gran parte della città ("Ah, Alexander Platz è là!"). In questo giro Scri e io l'abbiamo saltata (già vista la volta precedente) ma vale la pena di una visita. Un ascensore, diversamente la cosa sarebbe un po' "grigia", porta velocemente nella palla sulla sommità dove un bar-ristorante girevole consente un'ottima vista a 360° sulla città (in circa un'ora si fa un giro completo). Ovviamente il bar non è propriamente a buon mercato ma anche il panorama offerto non è certo qualsiasi.
Risalendo la Karl-Liebknecht Strasse (che più avanti cambierà nome in Unter den Linden) dalla torre verso la Brandeburger Tor si arriva ben presto all'Isola dei Musei. Ed è proprio un'isola, dato che lo Spree (il fiume di Berlino) in questa zona si biforca formando appunto un'isola. E' l'area storica della città, con chiese e musei in palazzi d'epoca che vale senz'altro la pena di visitare. Anche queste erano mete per noi già fatte quindi abbiamo proceduto oltre.
Se capitate da queste parti al sabato o la domenica tra le 11 e le 17 non perdertevi il mercatino (Kunstmarkt Unter den Linden-am Zeughaus), appena prima del ponte sullo Spree, con inizio all'angolo tra Unter den Linden e am Zeughausstrasse. E' pieno di bancarelle che oltre ai "soliti" oggetti sovietici (dai cappelli ai colbacchi, cannocchiali pseudo-militari e tonnellate di distintivi e mostrine) hanno anche diverse cose insolite, alcune veramente carine. Sicuramente si trova qualcosa di gusto per sè o per qualche regalo (se siete in clima di regali natalizi andateci senz'altro).
Sempre diretti verso la Brandenburger Tor compaiono finalmente i tigli di Unter den Linden e da qui è un susseguirsi di ambasciate (quella americana, purtroppo, è ormai diventata più una fortezza), locali chic e sedi di rappresentanza di grandi nomi.
Qua e là lungo il percorso (la parte centrale del viale, proprio sotto ai tigli, è pedonale) vi allietano statue di orsi di colori e posizioni sempre diversi. Non può mancare qualche foto con l'animale simbolo della città.


Dove mangiare a Berlino

Visto che siamo "in zona" diamo qualche piccolo consiglio per il cibo. Scri ed io non siamo certo di quelli che cercano spaghetti o pizza anche all'estero: ad entrambi piace sempre provare la cucina locale del posto dove ci troviamo.
Nell'isola dei musei consigliamo locali stile alt Berlin (vecchia Berlino) situati in una serie di stradine sulla riva dello Spree (zona Rathausstrasse - Poststrasse), a fianco del palazzo del comune. Consigliati per la cena (molto più romantici), ma molto spesso pieni.
Per il pasto veloce di mezzogiorno, invece, non sono male i punti di una catena (mai vista da altre parti) di nome "Gosh Syct" (non siamo sicuri della "c" dato che nel marchio la lettera è sostituita da un gamberetto, giusto per far capire che lì si mangia anche pesce). In pieno stile fast food il cibo è comunque buono ed economico. Scri ed io ce la siamo cavata pagando, soddisfatti, 19 € in tutto per due piatti a base di pesce e Bratkartoffeln (patate al forno), un po' di pane (detta così sembra semplice per noi italiani, ma là non è così facile avere del pane) e tre birre, rigorosamente scure.


La Berlino sotterranea

In Rete (miniera inesauribile di informazioni ed idee per chi viaggia) abbiamo trovato la possibilità di visitare bunker sotterranei della vecchia Berlino (anni '30 e successivi).
Basandosi sugli introiti dalla vendita dei biglietti, la Berliner Unterwelten e.V. organizza visite lungo una serie di sotterranei, curandone anche la manutenzione e conservazione.
L'ingresso costa 9 € a testa, la visita è rigorosamente guidata e si svolge solo al sabato. Dura circa due ore con inizio alle 12, 14, 16 e 18. Ad ogni gruppo vengono assegnate due guide, una che spiega (solo in tedesco, purtroppo) e l'altra che chiude la fila per far si che nessuno si perda lungo il tragitto. Non credo sia consigliato a chi soffre di claustrofobia: per un paio d'ore si gira all'interno di cunicoli (sempre ben illuminati e mai troppo opprimenti, per la verità) ad una decina e oltre di metri sotto il livello stradale.
Scri ed io avevamo cercato un contatto telefonico per avere maggiori informazioni ma senza riuscire ad andare oltre una segreteria telefonica.
Agli orari indicati ci si deve trovare al luogo di raccolta, nei pressi di una piccola costruzione quasi di fronte alla stazione metro S-Bahn di Gesundbrunner (al margine nord tra le zone A e B), all'angolo tra Badstrasse e Hochstrasse. Se siete un po' in anticipo e non vededete niente o nessuno ... non preoccupatevi: arriveranno. L'accesso ai sotterranei avviene proprio da quella specie di casamatta chiusa dove avete aspettato.
Anche se non si capisce il tedesco la visita è comunque interessante e inusuale. La costruzione di questi sotterranei era stata iniziata con i fondi arrivati alla Germania per la ricostruzione dopo la prima guerra mondiale (quando si dice "essere sempre pronti", eh?) e sono stati ampiamente utilizzati come rifugio durante i bombardamenti aerei della seconda.
Vale senz'altro la pena di fare questa visita, soprattutto se si cerca qualcosa di diverso dal solito. Nelle varie stanze sotterranee sono conservati anche reperti (militari e non) del periodo.


La Berlino ebraica

Sempre nella ricerca di qualcosa di nuovo da visitare e sicuramente influenzati dal momento storico, Scri ed io abbiamo visitato il Museo Ebraico, che racconta 200 anni storia degli Ebrei in Germania.
Sito in Lindenstrasse 9-14, ci si arriva comodamente con la metro (stazione U-Bahn di Hallesches Tor), percorrendo poi qualche centinaio di metri a piedi.
Già nell'architettura il museo è senz'altro inconsueto (a dir poco): a fianco di un edificio diciamo ... tradizionale, ne è stato costruito, in completamento, un altro molto particolare.
L'ingresso non ha nulla da invidiare alle procedure di sicurezza di un aeroporto, con polizia, metal detector e scansione del bagaglio a mano. Non è permesso entrare al museo con borse ed è necessario lasciarle al guardaroba (gratuito).
L'area di esposizione è più grande di quanto ci si aspetti ed è divisa su più piani. Certamente il piano più originale e sconcertante è il piano terra dove si è voluto rendere partecipe il visitatore del disorientamento del popolo ebraico durante la sua persecuzione. Senz'altro ci sono riusciti benissimo: dopo pochi minuti in quei corridoi squadrati e geometrici, con continui piani inclinati che spesso si percepiscono "con il corpo" più che con la vista, ci si sente come minimo confusi. Sommate la cosapevolezza del trovarsi in un luogo di ricordo e riflessione .....
Particolarmente impressionante (ma non è certo l'unica) è la stanza dedicata alle vittime delle persecuzioni. Da vedere, non da descrivere.
Ai piani superiori il museo diventa più tradizionale (per lo meno pavimenti e pareti sono dritti). Per visitarlo tutto bisogna prevedere almeno una mezza giornata.

A pochi passi dal museo, all'angolo tra Friedrichstrasse e Zimmerstrasse (metro U-Bahn stazione di Kochstrasse), c'è Checkpoint Charlie ("C"), unico punto di passaggio nella città dall'ovest all'est durante la guerra fredda e terzo in assoluto tra i due blocchi. Gli altri due punti ("A" Alfa e "B" Bravo) erano rispettivamente ad Helmstedt, sull'autostrada tra la Germania est ed ovest, e a Dreilinden, vicino a Potsdam. Visto che è in zona una visita la si può fare. Naturalmente non è rimasto granchè del tempo in cui i "cattivi" fronteggiavano i "buoni" (ad ognuno stabilire chi fossero gli uni o gli altri) a suon di muscoli e propaganda. Oltre al famoso cartello che informava che si stava lasciando il settore americano della città, è stato lasciato a beneficio dei turisti il posto di guardia americano, con tanto di sacchetti di sabbia di protezione. A pochi passi c'è anche un museo (Scri ed io lo avevamo già visitato) dove sono illustrate tutte le tecniche di fuga adottate dai cittadini dell'est per passare all'ovest, con foto e reperti originali (compresa un'auto con un vano nascosto per una persona sotto al motore). Certe cose fanno sorridere, lasciando ammirati dall'ingegno e inventiva dimostrati, ma poi ci si ricorda che in tanti sono anche morti cercando la libertà.

Restando in clima ebraico, Scri ed io avevamo deciso di visitare la Nuova Sinagoga (Neue Synagoge), in Oranienburgerstrasse (metro S-Bahn stazione di Oranienburgerstrasse) ma arrivati là, dopo l'ennesimo controllo di sicurezza a persone e borse, una gentile signorina ci ha informati nel suo tedesco fluente e veloce che non era possibile visitare la sinagoga. Qui differiscono le nostre interpretazioni su quanto detto dall'impiegata. Io (ma parlo e capisco il tedesco meno di Scri) ho capito che si potevano visitare solo alcune mostre ma la Sinagoga no. Scri, invece, ha interpretato che di fatto la Sinagoga non esiste più. Mah, comunque sia, siamo usciti e abbiamo fatto due passi nei pressi.
La zona (ex est) è molto bisognosa di ristrutturazioni edilizie ma, a modo suo, ha un che di naif. Ci sono diverse esposizioni/vendite di oggetti prodotti in loco da artisti più o meno improvvisati.
Nelle vicinanze abbiamo anche trovato un localino (sicuramente non citato sulle guide turistiche) dove poter mangiare qualcosa di tipico. Si chiama Assel ed è a qualche decina di metri dalla Sinagoga (Oranienburgerstrasse 21), in un seminterrato piuttosto stretto ma che rende bene l'atmosfera del quartiere. Pur essendo nominalmente vietato fumare ogni tavolo ha il suo bel portacenere, dimostrazione che la battaglia tra fumatori e non-fumatori in Germania è ancora ben a favore dei primi, come abbiamo potuto verificare un po' dappertutto (rari i locali con saletta non-fumatori).


La Berlino ricostruita

Nelle nostre 48 ore c'e' stato il tempo anche per un'occhiata alla Berlino moderna e hi-tech. Potsdamer Platz (fermate metro sia della U-Bahn che della S-Bahn) è un area un tempo a ridosso del muro dove la frenesia costruttiva berlinese dimostra il suo meglio. Palazzi che crescono come funghi con, al centro, il Sony Center che val la pena di vedere.
Cambiando zona, in piena parte ovest, dallo Zoologischer Garten una passeggiata verso il KaDeWe ("Kaufhaus Des Westen"), il grande magazzino stile Harrod's di Londra o Rinascente a Milano sito all'estremità orientale della Kurfuerstendamm, vi porta a passare a fianco di strutture inconsuete ma affascinanti, fino ad arrivare a ciò che, secondo il mio gusto personale, è una vera e propria opera d'arte. La Kaiser-Wilhelm-Gedaechtniskirche (Breitscheidplatz, lungo la Budapesterstrasse) è una chiesa che, come praticamente tutto, è stata quasi totalmente distrutta dai bombardamenti dell'ultima guerra. Bene, cos'hanno fatto i Berlinesi? Al posto di ricostruirla o demolirla completamente hanno mantenuto la parte centrale sopravvissuta, costuendovi vicino un campanile e la chiesa vera e propria in vetro. Soprattutto di sera merita senz'altro una visita.


by Cal