L’importanza della gentilezza nella demenza

Una delle sfide più impegnative per i Caregiver, ovvero coloro che assistono un anziano genitore o un’altra persona affetta da demenza o Alzheimer è il riuscire a comunicare con efficacia con il loro caro. Una sfida che diventa particolarmente impegnativa se la persona con demenza diventa particolarmente difficile fino ad essere aggressiva.
L’aggressività in una persona con demenza può manifestarsi in ogni momento e può anche essere uno dei segnali che qualcosa non va nel vostro anziano genitore. Se notate che diventa ipercritico verso di voi o altre persone, se manifesta comportamenti aggressivi che non gli sono abituali, è tempo di fare più attenzione. Quando invece la malattia è manifesta se il vostro anziano genitore ha atteggiamenti aggressivi, ogni giorno diventerà sempre più difficile stargli accanto e prendersi cura di lui.
Bob DeMarco è il fondatore di Alzheimer’s Reading Room, un sito americano che tratta delle problematiche legate all’Alzheimer e alla demenza. E questa è la sua esperienza:

Quando mia madre mi dava contro dicendo cose orribili su di me, è ovvio che ci stessi male ma cercavo anche di impormi di pensare che in quel momento non era lei a parlare ma la malattia.
Nonostante fossi consapevole che tutte le cose brutte che mi diceva e il modo sgarbato con cui si rivolgeva a me fossero effetto della malattia non dimeno, giorno dopo giorno, mi sentivo arrabbiato, ferito e questo mio stato d’animo si rifletteva su di lei, in una spirale dalla quale sembrava non potessimo uscire.

Il difficile cambiamento

Capii, a un certo punto, che qualcosa doveva cambiare. Non era lei a doverlo fare, ero io. Mi resi conto che l’approccio di volerla fare ragionare sulle cose era totalmente sbagliato, sarebbe stato più facile scavalcare l’ Empire State Building con un solo balzo. Dovevo cambiare il mio stato mentale, se si opponeva a qualsiasi cosa le dicessi non dovevo più pensare che fosse pazza ma che fosse pronta ad agire.
Così, anni fa, decisi che ogni giorno al suo risveglio avrei detto qualcosa di gentile a mia madre. Nel farlo appoggiavo la mia fronte sulla sua e cercavo di convincerla a sorridere e di dire di sì. Ad esempio le dicevo che era la mamma più bella del mondo e la sollecitavo a dirmi di sì. In questo modo volevo rafforzare la positività di quel momento rendendo partecipe anche lei.
Nel tempo ha iniziato ad essere meno critica nei miei confronti. Continuo a farlo anche ora, che sono passati molti anni da quel primo giorno, e questa via della “gentilezza” l’ho applicata in tutti i momenti della giornata in cui mi relaziono con lei. Inoltre, adesso, cerco di prevedere le situazioni che possono essere più critiche per lei invece che aspettare che esplodano.
Ad esempio quando mia madre mi urla contro “Vattene, posso fare da sola”, le sorrido appoggio la mia fronte sulla sua e con calma le dico che sono qui con lei, che non andrò da nessuna parte, che ci prenderemo cura l’uno dell’altra. Cerco di creare una situazione in cui lei si senta sicura, in cui possa sentire che siamo una squadra e sapete? Alcune volte funziona.

La gentilezza ha funzionato

Oggi posso dire che le situazioni di aggressività verbale nei miei confronti sono diminuite drasticamente e credo che a compiere questo piccolo miracolo sia la combinazione di gentilezza, rinforzo positivo, sorriso e calma nella mia voce. E forse tutto questo la aiuta a sentirsi più al sicuro, a non sentirsi in costante pericolo e in balia di un qualcosa che non conosce eppure avverte crescerle dentro.
Non è stato facile attuare questo cambiamento. Ho dovuto imparare a controllare le mie emozioni, ho dovuto imparare a rispondere alla sua cattiveria con la gentilezza. Ma se si è convinti che questa sia la strada giusta, le parole vengono senza sforzo perché è qualcosa in cui si crede.
Nel corso del tempo, di fatto, ho imparato a comunicare in un modo nuovo, più efficace sebbene è indubbio che mi sia costato molta fatica. Oggi però mi sento più determinato e credo di poter dire di essere una persona migliore.
Potrei forse ringraziare l’Alzheimer per questo mio cambiamento, ma non lo farò. Devo invece ringraziare mia madre.

Fonte: http://www.alzheimersreadingroom.com/2011/01/alzheimers-communication-tip-touching.html

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