|
Port Mungo
Patrick McGrath
Bompiani, Milano, 2004
pag. 297
Prezzo: 16,00
Un libro pieno di donne questo Port
Mungo, Vera moglie di Jack,
Gin sorella di Jack, Peg e Anna figlie di Jack e persino Dora la
governante della casa di Gin. Tante donne ma nessuna che mi sia parsa
all'altezza di Stella la moglie del direttore del manicomio che
s'innamora di un uxoricidia di Follia
o di Martha Peake o della
moglie del chirurgo de Il morbo di
Haggard.
Quelle erano donne con una volontà propria, queste descritte
dalla voce narrante di Gin ruotano ed esistono in funzione di Jack
artista egocentrico, bimbo mai cresciuto, spirito debole. Quelle
erano donne prese nel vortice delle loro passioni, donne che si
stagliavano nella loro discesa negli inferi della tragedia.
Queste donne, invece, si fanno condurre nella tragedia per mano, quasi
prive di volontà, come se la tragedia scivolasse su di loro
senza incidere, oppure - come nel caso di Gin - senza volerla guardare
in faccia. Anche la ribellione di Vera appare inutile, un agitarsi tra
ubriacature e viaggi il cui prezzo da pagare è l'abbandono di
Peg e di Anna.
E' forse perché il racconto è affidato a Gin - testimone
indiretta - che si finisce per avere una sensazione di eventi
annacquati, di cui si dice dell'increspature sulla superficie ma
resta in bocca la sensazione di quel qualcosa di più che il
racconto non dà.
Con questo non vorrei dare l'impressione che non sia un libro da
leggere, lo è, anche se McGrath sembra aver messo più
mestiere che follia in queste pagine.
by Scri
|