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L'orologiaio di Everton
Georges Simenon

L'orologiaio d Everton
Georges Simenon
Biblioteca Adelphi, Milano
, 2005
pag. 166
Prezzo: 14,00

Quello che mi piace di Simenon è che rende ciascuna storia particolare ed eccezionale pur nel racconto della normalità. Nessuna scena eclatante, nessun evento unico a cambiare un'intera esistenza. Ed anche la scrittura è lineare, quasi piana, senza arzigogoli, senza necessità di invenzioni roboanti solo per tenere alta la tensione del racconto. Anzi le vite raccontate sono fin quasi banali nella loro piattezza. Come quella di Dave, orologiaio ad Everton, una vita fatta di giorni uguali, aprire il negozio, riparare gli orologi, far crescere il figlio abbandonato dalla madre a pochi mesi dalla nascita.
Ed anche quando questa monotonia viene spezzata da un avvenimento che di certo fa prednere una svolta alle vite di Dave e del figlio Ben, la scrittura è calma, apparentamente quieta, sembra identificata con il senso di inadeguatezza di Dave nell'afforntare l'improvvisa pubblicità che gli è capitata adosso con tutta l'arroganza che sanno esprimere i giornalisti. E Dave quasi si scusa per non essere come loro forse lo vorrebbero, si vergogna di non saper affrontare la situazione come pensa ci si aspetti di lui.
Forse Simenon veste i panni del conoscente di Dave, Musak (amico sarebbe perfino una esagerazione) la sua scrittura è la presenza discreta, non invadente ma indispensabile che lo accompagna e lo traghetta oltre la notte che gli cambierà la vita.

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Pietr il lettone


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