Non deve accadere – Anne Holt

Anne Holt
Non deve accadere

Einaudi, Torino, 2009
pag. 423, 19 euro

holt-2Seconda indagine per Johanne Vik e Yngvar Stubø. Sono passati quattro anni dall’epoca dei rapimenti dei bambini (vedi: Quello che ti meriti) e i due si sono sposati. La storia comincia pochi giorni dopo che Johanne ha dato alla luce una bambina, la nuova sorellina di Kristiane, prima figlia di Vik forse un po’ autistica di sicuro “particolare”.

What Never Happens. Second  book from Anne Holt. Some years have passed since the first story What is mine and Johanne got married with Yngvar. In the same time as a new baby arrives in the new family, a series of murders involve celebrities in Oslo in many macabre of situations: a talk show host with her tongue cut out, a politician crucified with a copy of the Koran stuffed up her private parts, a literary critic stabbed in the eye. It’s clear that the killer seeks some sort of retribution, but for what?
YngvarStubo and Johanne Vik, try to stay out from the investigation, Johanna is exhausted by the new baby and Stubø wants to help her. But and the end both of them will be deeply involved in a story which seem very close, too close to a time in the past that Johanne wanted to forget.

La fase ansiosa del post parto di Johanne, con tutte le apprensioni sulla salute della piccola neonata, si confonde e mischia alla paura e all’inquietudine provocate da una serie di delitti che coinvolgono persone note della Norvegia. Il commissario Stubø e tutta la polizia vagano nel buio più completo e ancora una volta Johanne viene coinvolta per le sue qualità di profiler, ovvero per le sue capacità di tracciare un profilo dell’assassino. Un’inchiesta difficile, dove ogni traccia seguita si perde nel nulla e intanto il tempo passa, gli omicidi si susseguono, la pressione mediatica si fa più intensa.

Le ultime cinquanta pagine o giù di lì non mi sono piaciute perché le cose vengono spiegate invece che risultare dagli eventi.

Anche in questo libro uno squarcio sulla Norvegia, sul problema dell’immigrazione  che il quel caso viene dall’est e dell’accettazione dei nuovi immigrati che scivola nella xenofobia. Ho trovato particolare la diversa percezione del tempo. Spesso l’autrice descrive personaggi di 40, 45 anni sorprendendosi per la prestanza ancora giovanile o descrivendo rughe,disfacimenti fisici e acciacchi che saremmo più propensi ad attribuire a persone di almeno dieci anni in più.

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