Mi fido di te

Francesco Abate
Massimo Carlotto
Einaudi, Torino, 2007
pag. 175 – 14 €

Ancora una volta l’impressione di qualcosa lasciato in sospeso. Un volo di uccello sulla storia senza davvero riuscire ad entrarci dentro. Ho acquistato Mi fido di te dopo aver sento un intervento degli autori in Fahrenheit, la trasmissione di radio 3 sui libri. Parlavo dei mesi, forse anni, di ricerca sulle sofisticazioni alimentari, di cui il libro dovrebbe raccontare attraverso la figura di Gigi Vianello, veneto emigrato in Sardegna, dedito prima allo spaccio di droga e poi, appunto, gestore di attività di commercio di alimenti sofisticati.
Invece, pur essendo l’argomento sempre presente, fa da sottofondo ad una improbabile quanto inutile storia con la donna del potente locale e del suo assassinio che il cattivo Gigi compie rovinando l’impero che aveva messo in piedi.
Personalmente, una delusione. anche perché tutti questi cattivi, tutti questi personaggi negativi messi insiemi finiscono per annullare l’effetto. Una cosa risalta se c’è il suo contrario. Se la storia è piena solo di bastardi la stessa malvagità viene alla fine annacquata.
Insomma. mi aspettavo una storia che dipanasse il filo di tante ricerche sulle attività illegali che vengono compiute in ambito alimentare. Non mi aspettavo certo un’inchiesta, ma un romanzo. E in Mi fido di te non l’ho trovato.

Se Gigi Vianello avrà un futuro spero che sia meno da cialtroni. Anche i cattivi, nei romanzi, devono avere la loro dignità.

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