Cosa fare quando il tuo anziano genitore ti chiede di portarlo a casa

Succede spesso che un anziano genitore affetto da demenza chieda di essere portato a casa mentre è seduto sul divano della sua abitazione, dove ha trascorso gli ultimi decenni della sua vita. Non prendertela, non ti sta accusando di nulla, potrebbe essere il suo modo per esprimerti un suo disagio o un suo momento d’insicurezza, oppure può essere l’unico modo che gli è rimasto per tentare di comunicare con te.

Uno degli ultimi natali di Nina

Solitamente trascorrevamo il Natale a casa di mia sorella e inevitabilmente a un certo punto cominciava a chiedere ripetutamente di essere portata a casa. Quell’anno decidemmo quindi di trascorrerlo a casa di Nina per evitarle lo stress di cambiare ambiente. E fu non senza sorpresa che a un certo punto la sentimmo chiedere “Chi mi porta a casa?”.

Il suo disagio non era probabilmente dovuto al non essere a casa sua,  ma più verosimilmente per la difficoltà crescente nel sentirsi parte dei nostri discorsi per quanto leggeri e futili.

Una semplice, banale, conversazione da pranzo di Natale può risultare una difficoltà enorme per un malato di demenza che non riesce più a seguire il susseguirsi di più voci. Gli argomenti passano di bocca in bocca e lui si accorgere di perderne una buona parte, di essere sempre fuori tempo e quando crede di essere pronto per poter partecipare alla conversazione, si è già passati ad altro con una velocità che non è più in grado di gestire.

Perché chiedono di essere portati a casa?

Che cos’è “casa” per ciascuno di noi? E’ il luogo dove ci sentiamo più al sicuro, dove stiamo meglio, un luogo tutto nostro. La casa è il luogo che ci appartiene, ci accoglie e in qualche modo ci somiglia. La richiesta del tuo anziano genitore di essere portato a casa potrebbe quindi essere il suo unico modo di esprimere un bisogno che potrebbe essere:

  • Non si sente al sicuro o è spaventato
  • C’è qualcosa che lo agita
  • Potrebbe avere un disagio fisico
  • Se è intervenuto un qualche cambiamento nel suo ambiente, nuovo arredamento o persone potrebbe significare che se ne è accorto
  • Potrebbe essere una richiesta di riposare, o di andare in bagno

O qualsiasi altra cosa che in quel momento lo mette a disagio, per questo è importante cercare di cogliere, oltre alle parole, anche il suo sguardo e il linguaggio del suo corpo.

Una richiesta di protezione e sicurezza

Come intervenire quando la richiesta si fa insistente e viene ripetuta più volte? Innanzitutto non perdere la pazienza. Lo so non è facile, le ripetizioni sono difficili da gestire perché mentre per il tuo anziano genitore ogni volta che te lo chiede è come fosse la prima, per te è una tiritera che ti ha riempito una giornata già di per sé estenuante.

Ricorda sempre la situazione di profondo disagio in cui quotidianamente il tuo genitore vive. Non ci sono ricette magiche, non ci sono consigli che possano funzionare per tutti ma solo suggerimenti sperando che ti possano aiutare nel tentativo di tranquillizzare il tuo anziano genitore affetto da demenza.

Ricorda che la richiesta di “tornare a casa” non si riferisce tanto all’essere portato in un luogo fisico differente ma più probabilmente è una richiesta di rassicurazione. La demenza causa al tuo anziano genitore uno scollamento con la realtà, uno stato percepito di confusione e un persistente disagio per un mondo che si accorge di non comprendere più.

Se quindi il chiedere di tornare a casa è, di fatto, una richiesta di maggiore sicurezza e protezione è su questo piano che dobbiamo intervenire.

3 suggerimenti per rispondere alla richiesta di tornare a casa

Qui di seguito tre proposte per rispondere alle richieste di tornare a casa del tuo anziano genitore affetto da demenza. Si tratta solo di suggerimenti, dai quali magari puoi trovare la tua strada per aiutarlo. Ricorda anche che questo approccio potrebbe non funzionare fin dalla prima volta. O che potrebbe non funzionare in ogni occasione in cui lo metti in pratica. Non ti scoraggiare. Quello che ci serve nel prenderci cura di loro è più che altro addestrare noi stessi alla serenità.

1. Rassicuralo e confortalo

Relazionati con lui sempre con calma, gentilezza e in modo rilassato. Se riesci a essere calmo riuscirai a trasmettere la tua calma anche al tuo anziano genitore. Se pensi che la sua richiesta di tornare a casa sia dovuta a un suo stato di ansia, prova a lavorare su questa.

Gli piace essere abbracciato? Questo può essere un buon momento per farlo. Altri potrebbero preferire una semplice carezza, o un bacio. Uno studio australiano ha concluso che una coperta potrebbe essere d’aiuto per ridurre l’ansia. Se non si è in piena estate val la pena di provare.

Ricorda però di essere onesto con te stesso. Se fingi di essere tranquillo, quando non lo sei affatto, il tuo anziano genitore se ne accorgerà. Il tuo linguaggio del corpo, il tono della tua voce sono per loro uno strumento più efficace della parola.

Mi siedo accanto a lei ma sento che non le basta, sento che percepisce il mio essere distante.

Così come ho fatto per tutti gli anni passati, quando portavo qui il mio corpo lasciando che la mia mente restasse ancorata altrove. E questo le doveva bastare. Non doveva osare chiedere di più. Così ho attraversato il suo peggioramento senza davvero accorgermene.

È così facile ignorare ciò che accade a chi ti sta accanto.

‘Bè’ dice poggiando la rivista in grembo. ‘Adesso sarei anche pronta ad andare a casa, mi porta lei?’

Tratto da “Io sono Nina” – Storia di una demenza senile

2. Evita di dare spiegazione razionali

Non ti ostinare in spiegazioni razionali sul fatto che il tuo anziano genitore sia già a casa, ricordandogli che vive lì da decenni, o che lì ha vissuto tutta la vita con il coniuge che magari è morto da anni – e il tuo anziano genitore non ricorda più – o che è ancora in vita e lui non riconosce. Opporre la ferrea razionalità alle richieste di una persona affetta di demenza, aumenta la sua agitazione, lo stress e lo rende ancora più insistente. Dato che non è in grado di elaborare tutte le informazioni che le tue spiegazioni gli riversano addosso, potrebbe semplicemente concludere che lo stai ostacolando e che non vuoi fargli fare qualcosa che per lui è di estrema importanza.

3. Dimostrati accondiscendente e cerca di distrarlo dalla richiesta

Non è facile distrarre il tuo anziano genitore da un’idea che si è messo in testa, quindi non ti abbattere se non ci riesci. Dovrai provarci un po’ di volte prima di sapere se è una tecnica che funziona con il tuo anziano genitore affetto da demenza.

Prima di tutto devi approvare la sua richiesta.

Puoi dire: “E’ una buona idea. Finisco di rassettare la cucina e ci andiamo.” Il non opporsi  alla sua richiesta potrebbe avere un effetto calmante su di lui.

Poi devi provare a distrarlo

Per distrarlo dalla sua continua richiesta di essere portato a casa dovresti proporgli un’attività che per lui è piacevole. Potrebbe essere una breve passeggiata nel giardino di casa, o nel parco vicino. Se fosse troppo freddo per uscire o il tuo anziano genitore non fosse in grado di farlo, potresti portarlo alla finestra e fargli notare le cose che si vedono da lì. Poi magari gli puoi proporre un tè, o uno spuntino.

Potresti anche provare a fargli delle domande aperte sulla sua casa, ad esempio “Qual è la prima cosa che farai quando arrivi a casa? Qual è la tua stanza preferita della casa?” Lascialo parlare, non correggerlo, alla fedeltà del ricordo preferisci sempre la piacevolezza del suo racconto anche se è distorto. Poi prova a passare a un argomento diverso ponendo delle altre domande aperte.

Se nulla di tutto ciò funziona e il tuo anziano genitore si dimostra particolarmente ostinato potresti provare a fare un breve giro in auto. Mentre siete in macchina puoi proporgli di fermarvi un attimo al supermercato o a una caffetteria per vedere se con la sosta riesci a distoglierlo dalla sua idea.

Come detto all’inizio di questo articolo si tratta solo di suggerimenti dai quali spero tu possa trarre alcuni spunti per relazionarti con il tuo anziano genitore affetto da demenza in modo più efficace e utile per lui.

Fonte: Dailycaring

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7 risposte

  1. Patrizia ha detto:

    La signora che assisto una volta alla settimana per 24 ore , da 2 settimane , le prima volta nessun problema , la seconda ha avuto 3 crisi appunto che voleva andare a casa sua , non posso portarla fuori di casa in quanto vive all ‘ ultimo piano , mi hanno consigliato le colleghe e la figlia di ignorarla .

  2. Maria Raffaella Cremonesi ha detto:

    Ieri mia nonna di 100 anni è stata trasportata al pronto soccorso per problemi respiratori..oggi mi hanno comunicato che è stata trasferita nel reparto geriatrico, il medico mi ha detto che è gravissima è sotto costante ossigeno per problemi al cuore.
    Le sue ultime volontà sono di morire a casa! Ma non essendoci un tutore perché non ne aveva bisogno in quanto non demente,non mi danno il permesso di firmare l’ho sempre curata io essendo l’unica nipote coabitante. Come posso fare?

  3. Silvana ha detto:

    La mia mamma ha lasciato la sua casa x stare con me. È affetta da demenza schizzoide chiede di essere riportata a casa, ma non ha nessuno che può prendersi cura di lei, io ho grossi sensi di colpa, ho paura che possa morire senza essere ritornata a casa. Purtroppo mio marito deve affrontare la chemioterapia e mi accusa di preoccuparmi poco di luo

  4. Patrizia ha detto:

    Salve,sono una badante di una dolcissima signora affetta di demenza senile, ho letto l’articolo che trovo molto interessante,ma i suggerimenti al riguardo non posso metterli in atto in quanto la signora chiede di voler andare a casa sua nelle ore notturne ed io non so che fare….mi fa tanta pena. Accetto altri consigli.

    • Gabriella ha detto:

      Gentile Patrizia,
      premetto che dare consigli in questi casi è difficile se non impossibile, la notte poi è sempre un momento delicato. Le potrei suggerire di valutare l’ambiente nel quale la signora si trova.
      Provo a immaginarmi qualcosa:
      – Se la stanza è completamente al buio potrebbe provare a tenere accesa una luce notturna, che non sia troppo intensa da disturbare il sonno ma abbastanza per distinguere i contorni della stanza.
      – Se c’è già la luce notturna potrebbe vedere se magari qualche ombra non crei qualche figura strana che magari può agitare la signora.
      – Potrebbe provare a spostare qualcosa nella stanza per vedere se cambia qualcosa.
      – Lo so che può sembrare stupido, ma potrebbe provare a farle trovare come per caso un peluche, e vedere se l’avere tra le braccia qualcosa di morbido l’aiuta a tranquillizzarsi.
      – Se dorme da sola potrebbe anche provare a tenere la radio accesa quel tanto che si possano sentire le voci ma senza disturbare il sonno. Magari la signora è a disagio per il silenzio notturno. Spesso le radio da comò hanno funzione di auto spegnimento dopo circa un’ora.
      Ecco ora mi viene in mente questo. Spero che quantomeno le siano utili per trovare lei stessa qualche strategia per aiutare la signora.
      Un saluto

  5. Annalisa ha detto:

    I suggerimenti non mi sono sembrati assolutamente utili e neppure le motivazioni. Gli anziani affetti da demenza hanno come un alter ego che emerge nei momenti critici e non c’è nulla che li possa distogliere dalle loro fissazioni. In quei momenti vivono in una dimensione passata. Qualsiasi risposta non è efficace e non si lasciano convincere. Sarebbe opportuna qualche medicina calmante, ma i geriatri ne suggeriscono sempre troppo forti e non adeguate.

    • Gabriella ha detto:

      Nessuno, tanto meno questi articoli, può avere la presunzione di fornire ricette magiche.
      E nessuno può avere la presunzione che qualcosa funzioni “al primo colpo”.

      Ogni storia di demenza è una storia a sé.
      E ogni suggerimento è il tentativo di fornire un’idea per tentare di lenire il circolo vizioso di non riuscire a gestire una persona che ha perso ogni inibizione e vive in costante presa diretta con il proprio disagio.

      Se vuole può leggere anche i commenti a questo articolo: http://www.scrical.it/storiademenzasenile/come-gestire-anziano-con-demenza

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